“Dopo l’intervento di oggi del presidente Conte in Senato, al quale va riconosciuta la sensibilità istituzionale di parlamentarizzare una crisi aperta in spiaggia da un ministro del suo governo, e dopo il dibattito che si è svolto tra le diverse forze politiche, il Partito Democratico ha ora il dovere e la responsabilità, nei confronti dei suoi iscritti, elettori e di tutte le cittadine e i cittadini, di stabilire una linea condivisa su come andare avanti. La direzione convocata per domani ha esattamente la responsabilità di discutere e decidere cosa consideriamo utile per l’Italia” lo dichiara la senatrice Pd e capogruppo in commissione diritti umani Valeria Fedeli. “Certificato il fallimento dell’esperienza gialloverde, è fondamentale scongiurare anche quello dell’Italia. Il Partito Democratico non ha mai temuto le elezioni né tantomeno le teme oggi. Ma votare già in autunno significherebbe rischiare l’esercizio provvisorio di bilancio senza garanzie sulla tenuta dei conti, sul disinnesco delle clausole di salvaguardia che porterebbero l’Iva al 25% con un aumento indiscriminato dei prezzi a tutto svantaggio delle famiglie italiane. Gravi ripercussioni si avrebbero anche sugli investimenti e quindi sul lavoro e le imprese. Serve dunque individuare l’assetto migliore per rilanciare una seria e credibile politica di sviluppo, di crescita, di lotta alle disuguaglianze, di gestione di fenomeni complessi come quello migratorio in un clima di rinnovata credibilità internazionale dell’Italia drammaticamente danneggiata, soprattutto di fronte alle istituzioni europee, negli ultimi 14 mesi di governo. C’è un passaggio dell’intervento di Conte che credo valga la pena sottolineare quando, riferendosi a Salvini, lo ha giustamente accusato di perseguire gli interessi personali e di partito piuttosto che quelli generali. Purtroppo – prosegue Fedeli – in questi mesi sono stati proprio gli interessi generali a essere traditi da questo governo attraverso le sue fallimentari misure bandiere, dal reddito di cittadinanza a quota 100 al decreto sicurezza, che non hanno né abolito la povertà né incentivato l’occupazione e la crescita del Pil, né tantomeno reso più sicuro il Paese. Oggi più che mai siamo chiamati a invertire questo trend, a mettere da parte gli interessi particolari e guardare a quelli generali nell’interesse esclusivo dell’Italia, delle sue cittadine e dei suoi cittadini”.


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