Ai microfoni di Radio Cusano Campus, all’interno della trasmissione “Genitori si diventa” nei giorni scorsi è intervenuta la senatrice Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, per parlare dell’inaugurazione della Sala delle Donne a Montecitorio.
A Montecitorio, prima una mostra sul suffragio femminile, poi l’inaugurazione della Sala: un modo per valorizzare il passato o per avvicinare ulteriormente le donne al potere?
«Entrambe le cose. Sull’inaugurazione della Sala è importante la selezione di donne che è stata fatta. Sono state messe le foto delle madri costituenti, sono ventuno. Si parla solo di padri costituenti, in realtà ci sono state molte madri Costituenti determinanti nella scrittura e nel voto della nostra Costituzione, soprattutto nella prima parte. Io sono particolarmente legata all’Articolo 3, dove si dice che nessuno può essere discriminato in base al sesso, all’opinione politica, all’orientamento sessuale, alla condizione sociale, alla razza. Ed è responsabilità dello Stato rimuovere ogni clausola che impedisca il rispetto di queste regole. Se non ci fossero state donne come Lina Merlin o la senatrice Mazzei, non avremmo avuto un articolo scritto così, un articolo di straordinaria modernità. Quelle donne sono state importanti per l’Italia. È chiaro che nel momento in cui ricordiamo i contributi delle donne e non solo degli uomini in tutti i campi, della storia politica e della vita sociale della nazione, stiamo dando degli esempi, degli input, delle buone pratiche, dei punti di riferimento anche alle giovani generazioni».
Quando si parla di donne si parla anche di madri. La maternità non è sempre a favore deUe donne oggi: in passato le cose erano diverse?
«No, dobbiamo a Teresa Noce – una madre Costituente – il fatto che abbiamo avuto subito una legge pei tutelare la maternità. Così come una definizione della parità salariale tra uomini e donne con stessa mansione, non applicata, come conosciamo ancora. Le leggi in Italia per non discriminare le donne sulla maternità ci sono, e di recente abbiamo anche fatto un’altra importante scelta con l’ultima Legge di stabilità e il Jobs Act abbiamo superato. Il tema della mater¬nità in Italia, nei fatti, non è centrale nell’agenda politica, dele imprese, della società. Bisogna rimettere al centro la maternità perché sia una libera scelta delle donne. Detto questo, abbiamo molte possibilità di sostenere la maternità, ma nei fatti la si sostiene poco. Bisogna rimettere al centro la questione della maternità in quanto in quanto libera scelta».
È necessario un cambio di mentalità e cultura nell’affrontare il tema della maternità?
«Certamente, e penso anche al tema della condivisione della genitorialità: un’innovazione culturale e politica che va fatta. Quando nasce un bambino o una bambina, è un fatto che riguarda la madre quanto il padre. Spingo molto perché ci siano congedi obbligatori di paternità. Almeno 15 giorni dal primo mese di vita del bambino o della bambina Avviene quando ci si unisce, anche con le unioni civili. Non capisco perché ciò non debba avvenire valorizzando la paternità. Tra l’altro, nei paesi europei dove ciò avviene le stesse imprese dicono che gli stessi uomini che accudiscono e conciliano il tempo di lavoro con le responsabilità familiari dicono che al lavoro sono più multitasking, produttivi, flessibili. Più uti¬li per gli obiettivi aziendali».
Le madri costituenti che verranno cosa dovrebbe¬ro imparare da quelle del passato?
«Il rigore, la relazione tra di loro, il fatto che ci siano interessi di parte che sono legittimi. Ma ciò che conta è ciò che ci unisce. Le donne dei diversi partiti in questa legislatura hanno fatto cose importanti, proseguendo il lavoro delle madri costituenti. Abbiamo introdotto in tutte le leggi di rappresentanza la norma anti discriminatoria. Questo mi pare un segnale importante, di continuità. Come anche elementi di sostegno al lavoro femminile, che rimane il punto sul quale dobbiamo ancora lavorare molto. Non possiamo essere il paese che ha il più basso tasso di occupazione femminile in Europa. Dopo di noi, c’è solo Malta. Una cosa inaccettabile».
Ha un messaggio per le giovani e i giovani italiani?
«Invito tutti le ragazze e i ragazzi ad andare a visitare sia la Sala della Lupa sia la Sala delle Donne. Dà molta forza tanto alle donne quanto agli uomini ed è molto istruttiva»


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