Le vice presidenti Fedeli e Sereni presentano ai sindacati Senato e Camera ipotesi accordo conclusiva. In quattro anni risparmi per circa 100 milioni
La Rappresentanza per il Personale del Senato e il Comitato per gli Affari del Personale della Camera, presieduti rispettivamente dalle vice presidenti Valeria Fedeli e Marina Sereni, hanno presentato oggi alle organizzazioni sindacali un’ipotesi di accordo conclusiva per quanto riguarda la ridefinizione delle retribuzioni dei dipendenti.

‘Coerentemente con gli indirizzi che le due Presidenze avevano assunto nel mese di luglio, e in analogia con la normativa che il Parlamento ha approvato in materia di pubblici dipendenti – hanno commentato Sereni e Fedeli – con questo provvedimento si introducono per ciascuna categoria dei tetti massimi alle retribuzioni, si prevede una riduzione graduale per quattro anni degli stipendi per coloro che superano tali tetti, si accelera il processo di armonizzazione tra Camera e Senato in materia di indennità di funzione e di valutazione del merito. L’impianto della proposta è ambizioso e tende non solo ad un significativo contenimento dei costi, presenti e futuri, per il personale, ma anche ad impostare una più complessiva riorganizzazione delle due strutture con l’obiettivo di giungere in tempi brevi al ruolo unico e ad un’unica amministrazione del Parlamento, anche alla luce della riforma costituzionale in discussione’.
I risparmi complessivi di questa operazione sono consistenti. In quattro anni infatti, quando il nuovo sistema sarà andato a regime, la Camera avrà una riduzione di spesa per il personale di oltre 60 milioni di euro e il Senato di oltre 36 milioni di euro.

Al termine della trattativa le vice presidenti Fedeli e Sereni hanno espresso apprezzamento per la disponibilità al confronto manifestato dalla maggioranza delle sigle sindacali, sottolineando alcune aperture che i due organismi hanno mostrato, sia rimodulando il taglio dello stipendio per coloro che sono sopra i tetti, scegliendo un criterio di progressività e incidendo di più sulle retribuzioni più alte, sia per venire incontro alle preoccupazioni delle fasce più giovani per le quali si introduce un incentivo di produttività legato al merito e all’impegno individuale.


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