Ministro Finocchiaro, tanti al voto anche se il Veneto ha quasi doppiato la Lombardia. Perchè?
«Si nota una differenza tra le due regioni, certamente. Ma non mi stupiscono nè la differenza nè l`alta partecipazione. Sono referendum esclusivamente politici i cui effetti sulla procedura per avere maggiori competenze sono nulli. Mostrano però un dato interessante e positivo, cioè che la gente mostra una volontà di partecipazione ai destini comuni».
Ma secondo lei l`elettore medio è andato al voto consapevole del mero effetto consultivo?
«Probabilmente no e credo che in una parte degli elettori ci sarà presto una delusione. Soprattutto sul quesito della regione Veneto, molto sintetico ma anche vago e tale da far pensare ai cittadini che automaticamente arriveranno più competenze e più risorse. Ma non è questo l`effetto del referendum come più chiaramente diceva il quesito lombardo, occorre mettere in moto una procedura che è scritta nell`articolo 116 della Costituzione e regolata per legge».
Ovvero?
«Ci sono una serie di passaggi per avviare il tavolo. Occorre prima la delibera della regione che conferisce al presidente il mandato di aprire le trattative con il governo nazionale, poi si apre la fase degli incontri e dell`intesa ed infine serve una legge nazionale che va approvata a maggioranza assoluta. Probabile che molti siano andati a votare spinti dalla convinzione che tutto possa avvenire in maniera automatica. Invece l`iter è chiaro e già una regione, l`Emilia Romagna, lo ha seguito perdendo meno tempo e impegnando minori risorse».
E su quali materie trattare?
«L`articolo 116 è molto chiaro e dice che maggiori margini di autonomia possono essere richiesti tra le materie individuate dallo stesso articolo 116 tra quelle di potestà esclusiva dello Stato. Quindi l`ambito è delimitato».
Niente fisco?
«Quello che dice il presidente Zaia sul residuo fiscale, cioè che può essere interamente trattenuto dalla regione Veneto, non esiste perché è in rotta di collisione con due principi della nostra Carta Costituzionale. Il primo riguarda gli inderogabili doveri di solidarietà politica, economica e sociale di cui parla l`articolo 2 e la norma specchio dell`articolo 119. In essa si precisa che proprio per assicurare condizioni omogenee e agevolare sviluppo economico coesione e solidarietà sociale, si possono destinare risorse aggiuntive a certi territori in difficoltà e si può addirittura costituire un fondo per aiutarli. Questo principio di solidarietà non si sposa in nessun modo con il trattenimento del residuo fiscale di una regione, Anzi, entra in piena contraddizione con esso e prefigura un`idea di separatezza e secessione che sono contrarie ad un secondo principio costituzionale in gioco che è quello dell`unità e della indivisibilità della Repubblica».
Però queste iniziative rischiano di far proseliti e altre regioni hanno annunciato di voler seguire più la via veneta che quella emiliana.
«Possono seguire qualunque strada, ma l`articolo 116 resta vigente così come è stato riformato nel 2001. Tutte le iniziative politiche che si vogliono fare, e soprattutto tutte le intese, devono essere valutate per due ordini di ragioni: perché è giusto che un sistema regionale come il nostro sia competitivo al suo interno per la conquista di maggiori spazi di autonomia e perchè questo è salutare perché è orientato ad una maggiore efficienza e qualità della spesa».
In questa corsa, per molti aspetti demagogica, non si sono sottratti molti esponenti del suo partito, il Pd. Perchè?
«Una parte del mio partito, soprattutto con alcuni sindaci ha aderito perché non siamo stati mai contrari ad una competizione virtuosa tra regioni e pensiamo
che tutto ciò, aderendo ai principi di solidarietà, possa condurre ad un innalzamento complessivo della qualità del sistema e ad un più efficiente utilizzo sul territorio delle risorse fiscali».
Quali i tempi per l`intero iter?
«Per le regioni Veneto e Lombardia temo che si andrà alla prossima legislatura».
Per l`Emilia Romagna?
«Siamo già avanti ed è la dimostrazione che quando si lavora seriamente si possono ottenere risultati. Con l`Emilia Romagna c`è stato già l`incontro con il governo e si è siglato un accordo di massima che prelude alla costruzione dell`intesa e spero possa presto essere tradotto in un disegno di legge da presentare in Parlamento prima del voto».


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