‘Violenza in città frutto del clima di intolleranza’
«Non ho mica il sedere attaccato alla poltrona come tanti politici di professione, loro hanno bisogno dei soldi della politica e mettono la colla sulle poltrone mentre io vorrei dire ai romani che non è il mio caso, e annunciare che farò un solo mandato è un atto d`amore per la città: ovviamente, se tra cinque anni fossero i cittadini a chiedermi di rimanere, allora per me sarebbe un onore, il punto più alto della mia vita». Il candidato di centrosinistra, il chirurgo Ignazio Marino, al telefono sembra sorpreso del clamore; in un incontro pubblico ha appena pronunciato «Roma Capitale» «Toglierò la parola Capitale dopo Roma. Solo chi non ha studiato poteva aggiungere qualcosa al nome Roma le seguenti frasi: «Io tra cinque anni non ne voglio più saperne, non ho mai pensato che la politica fosse un mestiere di professione a differenza di Alemanno che vive di politica. Sono una persona libera che non ha avuto condizionamenti, penso che la libertà si possa esprimere anche con un progetto di cinque anni».
Frasi insolite per i candidati…
 «Sì, i candidati che vivono di politica… Io parlo con i romani, so quello che pensano di Alemanno, vincerò al primo turno».
 Un`affermazione rischiosa, no?
«Non per i sondaggi ma perché mi fido dei cittadini che incontro: non ne possono più di una città ridotta così, dal decoro alla mobilità, dall`im- mondizia alle tasse, dai collaboratori di Alemanno finiti nelle inchieste fino al suo tesoriere del 2008, Riccardo Mancini, che restituisce i soldi di una tangente per 45 filobus mai arrivati… Peccato che Alemanno nel 2008 non poteva impegnarsi a fare un solo mandato, vive di politica, gira con le auto del Comune e con la scorta pagate dai cittadini… Adesso può anche fare manifesti sulle tasse, ma siccome i romani sanno, perché le hanno pagate, che in realtà le ha quadruplicate…».
Al ballottaggio accordo con M5S…
«No, né alla luce del sole né sottobanco: certo le mie proposte parlano anche al loro elettorato, su merito e trasparenza in particolare…».
Sintonia che lei sembrava non avere con tutto il Pd.
 «L`ho letto sui giornali…».
Via: ammetterà che ora l`aria è cambiata, il Pd di colpo unito…
«Lavoro con tutti, il Pd è con me. Sarebbe il caso di parlare della città: ci sono i cassonetti vecchi e pieni, le strade sporche, io porterò la differenziata al 65 per cento, e cambierò l`Ama, metterò un amministratore unico scelto sulla base delle competenze e non per le parentele…».
In giunta: metterà politici o preferirà chi ha competenze specifiche?
«Sceglierò sulla base delle competenze. Per fare solo un esempio: il professor Veronesi ministro della Sanità è un politico o un competente? Di certo metà Giunta sarà di donne, senza aspettare che il Tar imponga il rimpasto: ma questo fa parte della cultura maschilista del sindaco uscente».
 Le rimprovera di non conoscere Roma: accetti un gioco, dove si trova via Affogalasino? (Ride).
«Parliamo di cose serie?»
Il clima in città è sempre più pesante, come dimostrano gli episodi delle ultime ore.
 «Simili episodi dimostrano una preoccupante perdita del senso di comunità: dalle aggressioni omofobe a quelle di matrice politica, la città è ostaggio del clima di intolleranza creato negli ultimi cinque anni». Cosa l`ha divertita in campagna elettorale? «Il fake di Alfio Marchini, Arfio, che vuole cambiare nome a Tor Pagnotta con Tor Baguette… Il vero Marchini non è un avversario temibile ma è persona intelligente, preparata in ambito imprenditoriale».
 Cosa, in ciò che vede a Roma, reputa intollerabile?
«Molto. Sono rimasto stupito dall`incapacità di organizzare. Un esempio: sono andato alla Via Crucis, venivo da piazza Venezia, non c`era viabilità organizzata, maxischermo messo male, le parole del Santo Padre non si sentivano, era impossibile avvicinarsi… Roma deve tornare a splendere come centro della cristianità».
Cosa cambierebbe a costo zero?
«Due cose. La prima riguarda la sicurezza, tanto cara ad Alemanno nel 2008. Stringerò un patto con il ministro dell`Interno: invece di spendere 8o milioni in cinque anni per affittare dai privati le sedi dei commissariati usi spazi comunali ora inutilizzati e con quei soldi ci dia uomini e pattuglie. E poi cancellerò la parola ‘Capitale’ accanto a Roma: solo uno che non ha mai studiato la storia, che non sa quanto Roma sia conosciuta, poteva pensare di cambiarle il nome! Per scriverlo sulle auto della Municipale ha speso pure soldi! Con me Roma tornerà a essere Roma, e la città sarà come il nome: semplice».