Nella giornata di ieri i social del leader del principale partito di opposizione hanno lanciato un post in cui il sindaco di Palermo veniva considerato responsabile della tragica morte di due concittadini, che si presumevano deceduti in seguito ad un imprevisto e devastante fenomeno meteorologico. Ebbene, per il capo politico della destra, erano morti perché il sindaco aveva pensato ai migranti e non a mettere in sicurezza la città. Un pensiero, ribadito oggi, che certifica la decisa involuzione civile e morale di alcune visioni politiche.

Un’involuzione preoccupante che rischia seriamente di rendere ancora più fragile il tessuto sociale di questo Paese già lacerato. Questo è solo l’ultimo di una serie di tentativi di spostare l’attenzione sui migranti, considerati solo come criminali e untori e non come essere umani. L’obiettivo è quello di tornare a lanciare i cavalli di battaglia che hanno consentito la rapida ascesa degli argomenti nazionalpopulisti e che la pandemia aveva eliminato dal dibattito pubblico, relegandoli in fondo alle preoccupazioni degli italiani.

Per riprendersi il Paese, si decide scientemente di accendere uno scontro che rinnega l’idea di ogni moralità o etica pubblica, con lo scopo di fomentare gli animi e creare uno conflitto sociale, civile e culturale permanente su cui costruire un nuovo progetto di governo. Si tratta di un ossimoro perché ogni seria, umana e ragionevole idea di Paese si fonda sul costruire qualcosa e non certamente sul distruggere. Ci troviamo di fronte a un’idea politica e culturale che non è in grado di proporre una soluzione concreta per il futuro e che è capace solo di denunciare le criticità, anziché contribuire a risolverle.

Facile sbandierare promesse irrealizzabili. Un’idea amorale della politica che promette ma non guarda alla realtà delle cose e confida, per crescere nei sondaggi, nella evoluzione, sempre più drammatica, dello scontro: gli italiani contro gli immigrati; le partite IVA contro i dipendenti statali. Un’infinita lista di “noi contro di loro”. Dove i primi sono gli italiani che lavorano e si comportano bene e i secondi gli immorali globalisti che vogliono svendere la sovranità dell’Italia. Una lettura grossolana e senza alcuno spessore.

Del resto che questa idea di mondo e di linguaggio politico sia fallita, lo dimostrano i casi degli USA e del Brasile dove due leader divisivi e senza capacità di parlare ispirati dall’etica pubblica, stanno perdendo vertiginosamente consensi. Non sono autorevoli, non sono forti; negano, semplicemente, la realtà. E la diffusione devastante nei loro paesi dell’epidemia di Covid è lì a dimostrarlo.
Questo è un Paese che ha bisogno di pace e di giustizia sociale.

E’ un Paese che ha bisogno di essere unito. Ha bisogno della forza morale di uomini dal profilo politico esemplare. Ha bisogno della forza della verità contro ricette superate che ci stanno impedendo di crescere e sfruttare le nostre straordinarie potenzialità.

Ha bisogno di un nuovo linguaggio pubblico, fondato sul rispetto dell’altro, sulla capacità di riconoscerlo e accettarlo, chiunque esso sia e qualunque idea abbia. La violenza dei messaggi di certa politica rischia di devastare un tessuto che già è fragile. Davvero, c’è chi pensa di poter tornare a governare sulle macerie sociali, civili e culturali della democrazia?


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