Macchè inciucio partiti obbligati all’accordo anche solo per tornare al voto
Senatore Latorre, a sentire Franceschini l`inciucio con il Pdl si può fare: il Pd è pronto al dietrofront?
«Ma quale inciucio! Il ragionamento di Franceschini risponde al buon senso, perché tiene conto del rapporto di forze tra le rappresentanze parlamentari. Ora, poiché Grillo ha fatto la scelta di non utilizzare i suoi voti per costruire una proposta di governo, ne consegue che centrosinistra e centrodestra sono obbligati a trovare un`intesa, benché entrambi si siano contrapposti anche aspramente in campagna elettorale».
Obbligati: non è un termine troppo forte?
«La realtà è questa. A maggior ragione se il Pdl continua a ribadire di voler dare un contributo. Altro che inciucio: questo è senso di responsabilità. E il primo passaggio sarà quello relativo alla scelta del presidente della Repubblica. D`altro canto: o ci confrontiamo con il dato oggettivo oppure si va a nuove elezioni».
In ogni caso uno straccio di intesa servirà per non andare alle urne con questa legge elettorale.
«Certo, perché le elezioni tornino ad essere utili bisogna cambiare. A mio giudizio ha ragione D`Alimonte quando scorge nel superamento del bicameralismo perfetto la strada del cambiamento: serve una maggioranza politica in una sola Camera. Ma tutto questo non basta: sono convinto che questa non è una crisi politica ordinaria, ma di sistema. E qui il ragionamento torna alla scelta del nuovo presidente della Repubblica: sarà lui a dover compiere questo passaggio. Perciò è bene che sul nome ci sia la più larga convergenza, non solo nelle prime votazioni».
Altrimenti?
«Altrimenti la scelta del Colle si trasformerà nel primo atto di una nuova guerra civile». A suo giudizio cosa dovrà fare il nuovo capo dello Stato? «Dovrà rilanciare l`iniziativa politica in tempi rapidi: già siamo fuori tempo massimo. Dovrà verificare se esistono, come io spero, le condizioni per un governo che abbia le caratteristiche adeguate alla fase».
Un governo per fare cosa?
«Deve esserci un grande progetto unitario. Il primo obiettivo è unire il Paese in una nuova visione di futuro. Poi ci sono misure immediate di emergenza da affrontare: ripartendo da nuovi provvedimenti che si affianchino al decreto che sblocca liquidità per le imprese. Bisognerà in particolare utilizzare la leva fiscale. E poi c`è da riprendere il filo sul versante della protezione sociale, ripartendo dagli esodati e dalle scelte scellerate della riforma Fomero del lavoro. Quindi le riforme istituzionali. Certo è un governo che non potrà durare per l`intera legislatura».
Berlusconi ora propone i suoi 8 punti per l`intesa: che ne dice?
«Otto erano anche quelli di Bersani. Che dire? Speriamo che la somma dei due numeri sia di buon auspicio».
Chi si immagina alla guida di questo governo? Renzi?
«No, ora deve esserci Bersani».
Ma lui si è sempre detto contrario.
«In verità ha anche detto che se il suo nome dovesse essere di ostacolo sarebbe pronto a farsi da parte».
E Renzi?
«Renzi è sempre stato corretto e leale, sia dopo le primarie, sia dopo il voto. Se ha espresso delle valutazioni critiche bisogna dire che queste sono avvertite anche da tanta parte del nostro elettorato e dei nostri gruppi parlamentari. Non sono d`accordo con chi nel gruppo dirigente lo ha accusato… Io credo che Renzi abbia le carte in regola per partecipare alle primarie per stabilire il prossimo candidato del centrosinistra al governo e magari per vincerle».
Che Bersani riceva l`incarico o no, per il Pd si riapre l`interrogativo sul futuro: concorda?
«Senza dubbio al più presto andrà aperta la fase congressuale sulla futura leadership del partito: il tema di fondo è la riflessione su come riorganizzare la presenza della sinistra sulla scena politica italiana».
 Barca è il nome giusto?
«Chi vivrà vedrà».

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