Accordi tra i capicorrente non servono, meglio un congresso presto. E Matteo sia della partita
«Sono pieno di dubbi, ci siamo infilati in una cosa inevitabile per il bene del paese, ma in cui il Pd si sta giocando la pelle». Nicola Latorre, senatore democratico, premette che «solo spiegando ai nostri elettori, invece di restare chiusi nei Palazzi», i Democratici riusciranno a risalire la china.
Un Pd ucciso da 101 ‘franchi tiratori’, senatore Latorre?
«Il Pd non è morto, è in crisi per colpa degli errori commessi da chi non ha votato Marini e da coloro che non hanno votato Prodi per il Quirinale. Ugualmente gravi».
E ora è da rifondare?
«Siamo in un passaggio decisivo, iniziato con il risultato elettorale e proseguito con gli errori di conduzione di questi due mesi che alla fine ci hanno messo in una situazione che dobbiamo riconoscere difficilissima. Il Pd però è uno straordinario progetto a cui va restituita un`anima, che sembra avere persa».
Dopo le dimissioni di Bersani, ci vuole un reggente?
«No, ci vuole un segretario. Non servono soluzioni provvisorie ma un segretario con pieni poteri che dia voce, peso e iniziativa al Pd nel dibattito pubblico e avvii subito il percorso congressuale. Senza traumi, con il massimo consenso possibile».
Anche il segretario è pro tempore, fino al congresso d`autunno, quindi è una differenza nominalistica?
«Il reggente ha il sapore di un patto di capicorrente. Il segretario eletto dall`Assemblea nazionale con un voto ha la forza di riproporre il Pd come protagonista. Renzi deve essere a pieno titolo della partita».
 Sta lanciando la volata a Renzi segretario subito?
 «No, sto dicendo che Renzi deve partecipare a questa scelta per rafforzare il segretario che eleggeremo».
 Qual è il suo nome per la segreteria? Cuperlo?
«Non voglio mettere il timbro su un nome. Però Gianni Cuperlo è una personalità di spessore intellettuale, morale e ha capacità politiche che lo mettono nelle condizioni di assolvere a questa funzione».
E come lei è dalemiano. D`Alema si riprende il partito?
«Considero D`Alema il mio maestro, ma mi ha insegnato a pensare con la mia testa. Da tempo D`Alema ha detto che non c`erano dalemiani, a parte lui che è un dalemiano critico. Quindi questa è una categoria di comodo, che serve spesso solo per infilzare qualcuno».
La separazione tra segretario del Pd (da eleggere senza primarie) e candidato premier (con le primarie), le sta bene?
«Deciderà il congresso. Però se andiamo verso una riforma costituzionale che introduca il semi presidenzialismo alla francese, è chiaro che va fatta una distinzione di questo tipo».
Ora accetterete anche di dare la guida della Convenzione a Berlusconi?
 «No. La Convenzione non va guidata da parlamentari. La cosa più opportuna è affidarla ad esempio al presidente della Consulta, Franco Gallo».

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