11 nodo degli insegnanti che rifiutano il trasferimento al Nord va sciolto al tavolo per la «riapertura del contratto, già annunciata dal governo». Solo in questo modo, sostiene il renziano Andrea Marcucci, presidente della commissione Istruzione del Senato, sarà possibile risolvere il contrasto tra una legge, quella sulla «buona scuola», che «stabilisce le regole, e un contratto di categoria che prevede rigidità».
Si aspettava un inizio di anno scolastico così travagliato per le famiglie?
«Quando si rivoluziona un settore così importante le difficoltà non si giustificano, ma si mettono in conto. Parliamo del concorso, che è una parte del problema: da troppi anni si procedeva solo con le sanatorie. L`alto numero di bocciati è anche figlio della transizione ad una sistema di valutazione serio, che prima non c`era».
Gli insegnanti si stanno appellando ai giudici del lavoro per evitare il trasferimento: quante sono le cattedre scoperte?
«Premessa: la legge 107 ha attivato un piano di straordinaria portata, oltre 3 miliardi di investimenti e 150 mila assunzioni e ha fatto ripartire i concorsi. Di fronte ad un provvedimento che ha coperto un vuoto ventennale, è evidente che qualcosa
non sta funzionando. Le cattedre scoperte sono comunque ancora troppe, anche se i dati ci dicono che sono di gran lunga inferiori a quelle degli anni scorsi».
Trova giusto che solo gli insegnanti possano rifiutare il trasferimento?
«Chi ritiene di aver ricevuto un torto, usa gli strumenti che la legge mette a disposizione. Gli errori vanno affrontati tempestivamente dal ministero, ma i sindacati devono rendersi conto che con la Buona scuola è cominciata una nuova stagione.
Peraltro va ricordato che 2.641 domande di conciliazione su 4.000 sono andate a buon fine. Una conflittualità totale non conviene a nessuno. E comunque due docenti su tre al Mezzogiorno sono in mobilità senza alcun problema».
Come valuta l`intervento della magistratura sulla mobilità dei docenti?
«La mobilità è un problema da sempre della scuola, l`algoritmo c`entra poco. Otto docenti su dieci sono originari del Sud, ma nel Mezzogiorno c`è solo un terzo dei posti disponibili. Di fronte a questa realtà non può nulla neanche la magistratura.
Non possiamo certo trasferire le scuole dal nord al sud per evitarla».


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