Un indotto di mille persone tra occupati diretti e indiretti «corre» sui binari della Basilicata, generato dai lavori finanziati sulle due trasversali ferroviarie lucane da Rfi (Rete Ferroviaria italiana – Gruppo FS Italiane). Dai tecnici impegnati nelle progettazioni (ingegneri, geometri, geologi), alle maestranze impegnate sui cantieri che si sono già rimessi in moto dopo il lockdown e su quelli che partiranno grazie alle opere di ammodernamento per implementare gli standard di

È una parte di indotto occupazionale frutto dei lavori, già avviati, che potrà crescere quando prenderà forma quel pezzo di «Basilicata veloce» che viaggia all’interno della misura nazionale «Italia veloce», che rappresenta non solo l’asse di collegamento tra Nord-Sud, ma anche il motore per far ripartire l’economia, le opere pubbliche e migliorare la rete infrastrutturale del Paese. Semplificazione dei procedimenti amministrativi, eliminazione e velocizzazione di tutte le fasi: dalla programmazione alla progettazione, aggiudicazione, realizzazione e gestione di un’opera, che saranno di grande sostegno all’attività di impresa e produrranno occupazione grazie agli importanti interventi previsti nel Mezzogiorno nel settore stradale e ferroviario. Di queste ultime, ne parliamo con il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Salvatore Margiotta.

La Basilicata è riuscita ad entrare nel novero delle grandi opere. Di alta velocità al Sud se ne parla da sempre, c’è la volontà politica di passare dalla progettazione all’esecuzione?

«La scelta politica c’è. Le opere prioritarie sono state individuare e rafforzate con la scelta di individuare un commissario per garantire e velocizzare gli interventi laddove necessario. Chiedere un commissario in maniera indiscriminata vuol dire non aver fiducia delle leggi e della macchina amministrativa».

Un’azione che si è concentrata sulla longitudinale AV Salerno-Reggio Calabria, la trasversale Taranto-Metaponto-Potenza-Salerno e la nuova linea Ferrandina-Matera-La Martella.

«L’azione di programmazione fatta all’interno del Ministero delle infrastrutture e trasporti si racchiude in 3 atti: l’allegato infrastrutture al Def, un documento di visione appena reso ufficiale, ma pronto già da qualche mese; il piano “Italia veloce” che individua 130 opere prioritarie; l’elenco delle 29 opere da assoggettare a commissariamento, 12 delle quali sono opere ferroviarie e due di queste si trovano in Basilicata. Per completare l’iter progettuale e i lavori della Ferrandina- Matera La Martella faremo ricorso a un commissario. In questo modo contiamo di recuperare almeno un anno sul programma dei lavori di Rfi, fissato al 2025».

Per l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria e la trasversale Taranto-Metaponto-Potenza-Salerno nel Decreto rilancio è previsto il finanziamento del progetto di fattibilità. Non teme che ci si fermi alla fase progettuale?

«Come ho detto c’è la volontà politica, i soldi sono stato messi per avviare il progetto e si è orientati a seguire il lavori dell’Alta Velocità con un commissariamento lungo che sin dal primo momento prenda in carico l’opera perché si proceda velocemente finché non sarà realizzata».

Un’inedita attenzione al Sud, difficile da far digerire?

«No, perché nel Mit c’è un’assoluta convinzione nell’azione di rilancio infrastrutturale di dare priorità al Sud. Una rinnovata attenzione, non assistenzialismo, ma una convinzione profonda che attraverso velocità e cambiamenti si possa far ripartire il Mezzogiorno e il Paese».

E la Basilicata per la sua posizione riveste un ruolo strategico?

«La trasversale Taranto-Metaponto-Potenza-Salerno nel decreto Rilancio e inclusione tra le opere da commissariare collegando Ionio e Tirreno, è uno straordinario asse tra due porti molto importanti: Salerno e Taranto. È la realizzazione di un sistema virtuoso al mezzogiorno con Basilicata al centro di un hub trasporti di cui si è sempre parlato nei nostri modelli di sviluppo».

E ora sembra giunto il momento…

«È un’occasione unica perché in continuità con quanto fatto con “Connettere Italia” e “Cura del ferro”, si pone l’Alta Velocità ferroviaria al centro delle scelte estendendo la rete al Sud».

Ma ci saranno le risorse?

«Ci sono 63,38 miliardi di euro di Fondi europei a fondo perduto con i Recovery fund che sommandosi ai 130 disponibili, alimentano un programma da 200 miliardi di euro di investimenti coerenti con i programmi europei e il “New green deal”. E il trasporto pubblico su ferro è meno inquinante di quello su strada».

Anche in un momento in cui il trasporto pubblico per via del Covid-19 non sta attraversando un momento facile?

«Siamo convinti che i periodi distanziamento sociale e questa pandemia siano un fatto contingente. I dispositivi di sicurezza ci saranno sempre e se le reti saranno performanti si potranno fare investimenti sui mezzi».

Torniamo all’Europa e perché guarda al Sud e anche alla Basilicata?

«Investire nel Mezzogiorno trova una particolare attenzione in Europa che crede alla coesione e alla necessità di avviare le velocità di sviluppo delle diverse parti del territorio. Questa volta si ragiona con una trasversale che lega potenzialità di sviluppo di città importanti e dell’hinterland della Basilicata dalla fascia jonica a quella tirrenica. L’obiettivo non è l’Alta Velocità della Basilicata, ma l’ambizione è proprio quella di determinare una nuova direttrice di sviluppo. Si potrebbe dire, insomma, che la velocità fa ripartire il Mezzogiorno e l’intero Paese».


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