Sistema elettorale. Unica legge per Camera e Senato, mix proporzionale/maggioritario, in cui un terzo circa dei parlamentari è eletto in collegi uninominali (un solo candidato per coalizione, il più votato è eletto) e i restanti due terzi sono eletti con un sistema proporzionale di lista.

La distribuzione dei seggi. Alla Camera 232 saranno assegnati in collegi uninominali, 386, ripartiti su base nazionale, in piccoli collegi plurinominali, 12 nella circoscrizione estero. Al Senato 116 saranno assegnati in collegi uninominali, 193, ripartiti su base regionale, in piccoli collegi plurinominali, 6 nella circoscrizione estero.
I vincenti in ogni collegio uninominale ottengono direttamente il proprio seggio. Ogni collegio avrà così il proprio parlamentare di riferimento.

Le coalizioni. Una lista presenta i propri candidati (da 2 a 4) nel collegio plurinominale per la parte proporzionale. Una lista o un gruppo di liste sostengono un candidato nel collegio uninominale.

La soglia di sbarramento. Per le liste nella quota proporzionale è fissata al 3% su base nazionale, con l’eccezione delle liste relative alle minoranze linguistiche per le quali la soglia è al 20% nella regione di riferimento. Soglia del 10% per le coalizioni (all’interno del quale però almeno una lista deve aver superato il 3%).

Listini corti e bloccati per la parte proporzionale. Il territorio nazionale sarà diviso in collegi plurinominali che saranno definiti con un decreto legislativo dal Governo. La nuova legge prevede che i collegi plurinominali siano formati con l’accorpamento di collegi uninominali. Nei singoli collegi plurinominali le liste sono bloccate e corte, ma i collegi piccoli garantiscono la riconoscibilità dell’eletto, perché i nomi dei candidati sono tutti scritti sulla scheda elettorale.

Un’unica scheda e no al voto disgiunto. Il voto sarà espresso su una sola scheda e sarà vietato il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare un candidato nel collegio uninominale e una lista a lui non collegata nella parte proporzionale.

La scheda e il voto. La scheda prevista è unica (una per la Camera e una per il Senato, molto simili). L’elettore esprime il voto sia per la parte maggioritaria che per la quota proporzionale. Sotto ad ogni candidato nel maggioritario ci saranno i simboli delle liste a lui collegate nel proporzionale e accanto al simbolo delle liste saranno stampati i nomi dei candidati del corrispondente listino bloccato.
Si potrà votare o con un segno su una lista (che vale anche per il candidato corrispondente nell’uninominale) o con un segno sul nome di un candidato nell’uninominale (se il candidato è sostenuto da più liste, il voto viene distribuito tra le liste che lo sostengono, in proporzione ai risultati ottenuti dalle liste in quello stesso collegio uninominale).

Pluricandidature. È previsto che un candidato possa presentarsi in un collegio uninominale e in più collegi plurinominali, fino a un massimo di cinque. In caso di elezione in più collegi: se eletto con l’uninominale e con il proporzionale, ‘vincerà’ il seggio uninominale; se eletto in più di un collegio plurinominale, otterrà il seggio corrispondente al collegio in cui la lista ha preso una percentuale minore di voti.

Quote rosa. Per favorire la parità di genere nei collegi plurinominali è prevista l’alternanza di genere. Sia per i capilista plurinominali che per i collegi uninominali è previsto un tetto del 60% per candidati dello stesso sesso.