“La curva dei contagi è così drammaticamente in crescita e l’uscita dal tunnel appare così lontana che interrogarsi su come rispondere, nel caso di specie su scala europea, alla Caporetto economica potrebbe apparire anzitempo, se non fuori luogo.
L’annunciata esclusione delle spese sostenute per far fronte all’epidemia dal calcolo del bilancio strutturale non è sufficiente.
Ci troviamo dinanzi ad un evento sanitario che non sarà facile superare ma che rappresenta l’innesco di una drammatica crisi economica che riguarderà anzitutto la Cina e l’Italia ma che non risparmierà alcun paese del continente europeo e l’economia mondiale nella sua interezza.
Per questo, bisogna affrontare questa crisi non come una congiuntura passeggera ma alla maniera di un evento epocale come fu la crisi del 1929.
Che cosa servirebbe oggi, oltre ciò che si sta facendo?
Vanno bene, anzi sono necessarie le indicazioni che molti economisti stanno dando a livello nazionale ma è l’ora che l’Europa non si limiti ad autorizzare, a scorporare, ad aggiustare.
A nostro avviso, la Banca Centrale Europea potrebbe abbassare ulteriormente i tassi di interesse (anche se già estremamente bassi), fornire liquidità alle banche, aumentare gli acquisti di titoli di stato, il QE, aumentare gli acquisti di titoli BEI per investimenti nella Ue e, sul lato della vigilanza bancaria, prevedere una gestione meno onerosa per le banche dei crediti deteriorati delle NPL.
Ma la vera svolta, noi pensiamo sia una vecchia nuova ricetta, a lungo inascoltata dall’Unione, la emissione di bond europei.
Li potremmo definire solidarity bond, cioè degli eurobond la cui missione dichiarata e vincolata è nel finanziamento delle spese legate al contrasto del virus sia nel campo sanitario sia rispetto alle ricadute economiche.
Si potrebbe trattare di un ammontare considerevole di risorse, oltre i 50mld, capaci di realizzare finalmente un piano d’investimenti di largo respiro sulla base di un maggiore coordinamento delle politiche economiche degli stati membri.
Una vasta realizzazione di opere pubbliche per dare un impulso concreto alla crescita e quindi una risposta reale ai problemi di disoccupazione e di bassi salari che affliggono l’Europa.
Perché rilanciamo tali Eurobond di scopo, se quelli ‘generici’ non hanno mai trovato vera udienza nei palazzi europei?
Perchè oggi i tassi sono negativi e quindi per i contribuenti europei c’è da guadagnarci ad emettere nuovo debito e perché non siamo più i soli, i Paesi del sud sprecone e irredimibile, a essere in difficoltà.
Quando purtroppo a breve, tutta l’Europa, a cominciare da Francia e Germania, sarà funestata dal virus e sull’orlo del baratro economico, sarà più facile scatti una solidarietà tra i popoli e una comunanza di destino europeo”. Così su MF i senatori del Pd Gianni Pittella e Valeria Fedeli, membri della Commisione Ue a Palazzo Madama lanciano la loro proposta di eurobond.


Ne Parlano