«Sfatiamo un tabù: le donne di sinistra si fanno la ceretta e non demonizzano la bellezza». Francesca Puglisi, senatrice Pd, e presidente della Commissione parlamentare sulla violenza di genere, spiega così la scelta della sindaca dem di Crema, Stefania Bonaldi, di non dare il patrocinio ai concorsi di bellezza: «A volte ci sono eventi che creano polemiche. Avrà preferito evitare…». Così, però, si rischia di condannare in foto i concorsi di miss. «Kermesse del genere ci sono sempre state. Prendiamo ad esempio Miss Italia: molte reginette di bellezza poi sono diventate star del cinema e hanno usato quella passerella come trampolino di lancio per fare altro. Penso a Lucia Bosè o a Sophia Loren che hanno fondato il loro successo non solo sull’aspetto estetico, ma su talento e doti artistiche».
Manifestazioni del genere fanno parte del nostro costume?
«Sì. E nel caso della vittoria della prima miss di colore, Denny Méndez, hanno dato anche segnali importanti che prescindevano dall’avvenenza».
Si tratta, quindi, di una battaglia inutile?
«La scelta della sindaca Bonaldi la rispetto, ma quello che davvero serve è vigilare affinché concorsi di bellezza, pubblicità, sfilate di moda non siano degradanti per le donne e non umilino i loro corpi. Anche una gara che si basa sull’aspetto esteriore deve avvenire con prove dignitose e, soprattutto, i canoni estetici devono essere rivisti, avvicinandoli di più alla normalità delle ragazze comuni. Non si può pensare di far sfilare modelle magrissime al limite dell’anoressia…».
Insomma, bellezza e femminismo possono convivere?
«Non c’è alcuna contraddizione. ma tenendo ben chiaro che il fascino non basta, servono studio e talento. E questo vale anche in settori come il cinema e lo spettacolo dove l’aspetto fisico è importante: senza intelligenza si fa poca strada».
In politica, soprattutto a sinistra, essere belle può costituire un ostacolo?
«In tutti gli schieramenti ci sono donne piacenti. Un esempio? Anna Finocchiaro che ha dimostrato il suo valore politico indipendentemente dal suo fascino».
Forse la sindaca di Crema ha voluto rimarcare questo valore…
«In realtà, in questi anni noi donne in politica abbiamo dovuto sopportare offese di ogni tipo. Vi ricordate gli spiacevoli insulti dell’ex premier Silvio Berlusconi a Rosy Bindi? E, negli ultimi tempi, quelli dei deputati grillini contro le donne del Pd? Ci hanno detto cose irripetibili».
Da che cosa dipendono questi attacchi nei confronti delle donne?
«Ecco, in questi casi non è questione di bellezza o intelligenza femminile, ma è un problema diverso. La volgarità e la violenza maschile derivano dal fatto che gli uomini non vogliono assolutamente riconoscere l’autorevolezza crescente delle donne in Parlamento».
L’immagine della donna, come vediamo anche in tv, spesso non riesce a prescindere da ste-reotipi degradanti…
«Certo, servono maggiori controlli. In quanto presidente della Commissione parlamentare sulla violenza di genere e femminicidio, abbiamo bloccato una pubblicità di una nota casa di moda proprio per questo motivo. Senza contare che stiamo sensibilizzando i media per trattare in modo corretto temi delicati e drammatici come i femminicidi e le violenze di genere».


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