L’accusa di sfruttare il senso di disciplina altrui non regge. Di solito fa carriera chi si mostra accondiscendente
«Ma non ci penso proprio ad andare coni 5Stelle… e non è vero che dissento sempre, sull` alt ai lavori del Parlamento come chiedeva il Pdl, ad esempio, ho votato come voleva il partito». Laura Puppato contrattacca. Puppato, perché si è smarcata dalla linea del Pd?
«Dire ‘no’ alla sfiducia ad Alfano, ha significato da parte del Pd ‘fiduciarlo’ , e questo non potevo farlo».
Gli altri suoi compagni di partito però si sono allineati e ora criticano voi tre dissidenti. Se ne è pentita?
 «No. Il mio è un atto di coerenza rispetto alle dichiarazioni che abbiamo reso. Nelle file del Pd c`è sgomento per questa vicenda e per l`assenza di credibilità nazionale e internazionale che comporta. Abbiamo consentito all`ambasciatore di un altro paese di entrare e uscire dal Viminale come fosse a casa propria, dare ordini, informazioni. Abbiamo cancellato d`un colpo la raccomandazione del Consiglio d`Europa de1 2010 (in cui si avvertiva che il Kazakhstan non garantiva più i diritti umani), la Convenzione sui diritti dell`infanzia… Il ministro Alfano ha enormi responsabilità politiche e amministrative, per non parlare di quello che può esserci dietro».
Lei però è venuta meno alla disciplina di partito.
«Non mi sento di avere violato nulla. Ma ho agito secondo la mia convinzione personale, come la Costituzione prevede… la resistenza è moderna ancora oggi, e i segnali vanno dati anche così. Aggiungo che la posizione del ministro Alfano si è aggravata ulteriormente in queste ore».
Critica quindi il Pd?
 «Il Pd lo vorrei più coraggioso. Zanda ha fatto un pesantissimo e durissimo attacco senza sconti ad Alfano, e di questo lo ringrazio. Ma c` era una lacuna: di fronte a quelle premesse la conseguenza sarebbe stata almeno il’ nonvoto’ alla mozione».
È stato però un voto ‘salva governo’?
«Il problema è che quando ho un alleato che si esprime come Berlusconi, che impone diktat, sostenendo che Alfano è un intoccabile, il Pd non è in grado di discutere neppure di un rimpasto. Qui non si rischiava la caduta del governo, ma un rimpasto. Pensiamo alla vicenda di Josefa Idem, che si è dimessa per una cosa che non è neppure lo 0,0001 per mille del caso Shalabayeva-Alfano. E Alfano? Come posso non chiedere quello che è normale, le dimissioni del ministro? Il Pd è al governo con il Pdl ma deve battere un colpo, non può sostenere l`insostenibile per malinteso senso di responsabilità».
Voi dissidenti vi salvate l`anima e fate carriera sulle spalle responsabili degli altri democratici: è l`accusa che muove Stefano Esposito.
«Esposito è un simpaticone. La carriera si fa in politica quando si è accondiscendenti. Tocci, Ricchiuti e io abbiamo tenuto un punto politico».
Teme di essere espulsa?
«No, per niente».

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