I manufatti abusivi sequestrati dai Carabinieri Forestale sull'area vicino al litorale di Crotone.

“Questo provvedimento interviene sulla complessa materia delle demolizioni dei manufatti abusivi e sulle competenze di vari organi dello Stato nella repressione del fenomeno. Il testo rafforza e definisce meglio i poteri e le prerogative dei prefetti e detta tempi certi per ottemperare agli adempimenti che conseguono alla consegna ogni mese di dicembre di ogni anno da parte degli enti locali, degli elenchi degli abusi non sanabili. Si conferma poi il doppio regime di intervento nella repressione del fenomeno dell’abusivismo attraverso l’azione penale e amministrativa, si semplificano i criteri per l’esecuzione degli ordini di demolizione plurimi, pur senza dare delle gerarchie che potrebbero generare ricorsi di terzi. Ma soprattutto con il provvedimento si istituisce un fondo rotativo quinquennale per i costi delle demolizioni. Oggi compiamo un passo avanti per strutturare meglio gli strumenti e le norme di contrasto a un fenomeno che viene da lontano e che il Pd continua a combattere. Continueremo a lottare contro l’abusivismo per favorire gli abbattimenti e sbloccare la situazione di stallo che c’è da anni”. Lo afferma la senatrice del Pd Angelica Saggese, intervenendo in Aula con dichiarazione di voto.

CONTRO L’ABUSIVISMO EDILIZIO PRIORITA’, PIU’ POTERI, SOLDI E MONITORAGGIO

Il disegno di legge sulle “disposizioni in materia di criteri per l’esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi” è un testo che rende più facile l’abusivismo edilizio?
No, tutto il contrario. Il disegno di legge che oggi il Senato approva in terza lettura, e che dovrà essere di nuovo approvato dalla Camera, introduce criteri di priorità per l’esecuzione delle demolizioni di manufatti abusivi, per agevolare l’uso delle ruspe ed evitare che solo il 10% delle opere da demolire lo sia davvero. Vengono introdotti strumenti e procedure più efficaci per il contrasto all’abusivismo. Nasce la prima Banca dati nazionale sull’abusivismo edilizio, mentre il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dovrà redigere per il Parlamento una relazione annuale sull’andamento del fenomeno. Al contrario di quanto si è scritto e detto, non è un provvedimento che facilita in alcun modo l’abusivismo ma, anzi, rafforza il contrasto alla speculazione edilizia e introduce per la prima volta importanti misure di monitoraggio di un fenomeno che affligge da sempre il nostro Paese.

Quali sono gli strumenti per rafforzare la lotta all’abusivismo edilizio?
Il disegno di legge stabilisce che abbiano priorità nelle demolizioni gli immobili e le opere costruiti sulle aree demaniali e sulle aree soggette a vincolo ambientale, paesaggistico, sismico, idrogeologico, archeologico o storico-artistico. Avranno la precedenza anche i manufatti pericolosi e quelli di proprietà dei soggetti condannati per reati di associazione mafiosa o di chi sia colpito da misure di prevenzione. In questo modo si colpisce soprattutto l’abusivismo di speculazione, graduando gli interventi rispetto all’abusivismo di necessità. Viene istituita per la prima volta una Banca dati nazionale sull’abusivismo e si stabilisce che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rediga una relazione annuale sul fenomeno, indirizzata al Parlamento. Viene inoltre istituito un fondo di rotazione per sostenere gli abbattimenti da parte dei Comuni, con un finanziamento di 45 milioni che verrà incrementato.

Come viene trattato l’abusivismo di necessità?
Il disegno di legge distingue tra abusivismo di speculazione e abusivismo di necessità, attribuendo la priorità, nella demolizione, agli immobili in corso di costruzione o comunque non ancora ultimati e agli immobili non stabilmente abitati. In questo modo si graduano gli interventi, a partire dall’abusivismo di speculazione, per evitare che i primi a pagare siano coloro che hanno costruito per necessità una casa in cui vivono con la famiglia. Non si tratta di una forma di giustificazione, ma di graduare i necessari interventi di contrasto di tutto l’abusivismo.