Leggo e rifletto sulle dichiarazioni del Presidente Vescovi e del Presidente Bonomo e devo dire che, nel rispetto delle loro posizioni, che interpretano il punto di vista associativo ma che mi sembra rispecchino molto anche le loro preoccupazioni personali, credo che riassumano anche molte delle mie perplessità di fondo.
Infatti, al netto delle valutazioni dei gruppi Parlamentari, nel merito della manovra non sembra che ci siano alcune parti da sostituire, modificare o migliorare: è proprio tutta la impostazione che segue un percorso pericoloso.
Noi, per usare esattamente le parole di Vescovi “Abbiamo bisogno di un ecosistema industriale moderno per competere con tedeschi, francesi, americani, cinesi”. Invece un piano economico ed industriale di medio termine in questa finanziaria non c’è. La Legge di Bilancio è concentrata solo sui prossimi sei mesi. Quello che interessa non è proporre un modello di sviluppo. Coerente con il sistema di imprese italiane, magari anche rivoluzionario, ma che guarda al futuro. NO. Interessa solo sfangarla fino alle Elezioni europee. Se possibile creando un “caso” su cui sviluppare tutta la “retorica del nemico” durante la Campagna elettorale.
E’ evidente che le imprese non se lo possono permettere di pagare di tasca loro la campagna elettorale a Lega e Cinque Stelle.
Non se lo possono permettere le imprese, non se lo può permettere l’intero paese.
E’ tutta la politica di questi sei mesi passati che si materializza nella Finanziaria, proposta da un governo gialloverde che si dedica a due obiettivi: smantellare alcune certezze e creare confusione. Ha ragione il presidente Vescovi quando ricorda che il mercato del lavoro è stato reso più rigido dal “Decreto dignità”. Probabilmente l’esperienza di due anni poteva indurre a delle modifiche, ma queste dovevano tenere conto di un unico obiettivo: favorire l’occupazione. Invece ha ottenuto l’effetto opposto!
La politica anti-industriale del Governo si è manifestata con il taglio del piano “Industria 4.0” che ha interrotto un percorso assolutamente necessario di ammodernamento delle aziende, ma anche con il depotenziamento dell’obiettivo di mettere sempre più in collaborazione la scuola ed il mondo del lavoro. Ragionare come sento che i giovani nelle imprese andavano a fare alternanza scuola-lavoro per fare fotocopie gratis, significa commentare alcune carenze di controllo (demandate agli insegnanti responsabili del progetto alternanza scuola-lavoro) sorvolando, per una impostazione ideologica, esperienze assolutamente positive che si possono facilmente trovare anche in moltissime realtà vicentine.
Io non mi posso schierare con il Partito del No – acriticamente tutto – perché sostengo la necessità di cercare una crescita responsabile. Non posso stare dietro alle idiozie ideologiche della Decrescita Felice che poi viene tradotta in Assistenzialismo Pubblico, per di più a debito. Bonomo ha ragione che con questa Finanziaria si rischia – io direi si è sicuri – di spaccare la società in modo ancora più netto, condannando una parte dell’Italia a “camminare come un sonnambulo” nella direzione del niente. Niente lavoro, niente futuro, niente speranza”.
Chiude la Senatrice Sbrollini: “La Lega però non può tirarsi fuori, il contratto l’hanno scritto e sotto firmato in due. Sulle cose che a Salvini interessa, come bloccare una nave con 100 immigrati salvo farsene rifilare 1000 sotto il naso dalla Svizzera nello stesso periodo, la Lega mi pare non si tiri indietro. Sarebbe meglio che modificasse radicalmente alcuni punti della Legge di Bilancio se davvero ha a cuore lavoro e impresa. Tanto più al Nord”

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