Senatore ha cambiato idea sui vitalizi?
«L`ho detto e l`ho ripetuto. Nessun ripensamento. Farò una battaglia per modificare l`attuale testo e nel caso voterò anche contro».
Ugo Sposetti, spirito libero del Pd, a Palazzo Madama da cinque legislature, già tesoriere dei Ds, è uno dei parlamentari che esprimerà un forte dissenso rispetto all`impianto approvato sui vitalizi da M5S, Pd e Lega a Montecitorio.
Il suo giudizio sulla legge Richetti?
«Bisogna leggere il testo dopo la cancellazione dell`articolo 5: la legge era necessaria per istituire una gestione separata all`Inps delle risorse destinate al trattamento previdenziale dei parlamentari, ma se non c`è più questo articolo, è materia degli uffici di presidenza di Camera e Senato».
Il parlamento è ostaggio della retorica anticasta?
«Sì, perché c`è un vento nel paese alimentato anche dai media. Mi preoccupa di più però che ci sia anche una campagna orchestrata dai gruppi dirigenti dei partiti che non agiscono in difesa del Parlamento, delle istituzioni e di chi ci lavora».
È un segno dei tempi?
«Chi cavalca l`onda contro il Palazzo sembra aver perso i valori fondamentali per svolgere una attività politica».
Cosa la colpisce?
«C`è qualcosa che è venuto meno nella preparazione e nell`impegno dei politici. Mi sembra assurdo non difendere la casa dove si lavora, soprattutto quando questa casa è il Parlamento, la massima espressione della democrazia. Qualcosa si è rotto».
I parlamentari non difendono la legittimità della propria funzione?
«Chi fa politica dovrebbe lavorare per recuperare la nobiltà della politica, non dare l`impressione che si vergogni del lavoro che fa e delle battaglie che conduce…».
Non è il suo caso.
«Perché mi devo vergognare di questo lavoro? Qualcuno mi ha votato ed eletto».
La sua è una militanza antica.
«Certo. Sono in politica dal 1969, con il Partito comunista italiano. Avevo 22 anni».
Il leader della sua generazione?
«Al tempo c`era Luigi Petroselli: Enrico Berlinguer, dopo averne costatato il valore alla guida della federazione regionale, in seguito alle vicende de “il manifesto”, lo propose per guidare il partito a Roma».
Aveva anche un posto alle ferrovie.
«Dopo tre anni feci una scelta di vita, ora catalogata con disprezzo totale: scelsi il partito, i valori e una visione del mondo. Erano gli anni del `68, del Cile e del Vietnam, con milioni di giovani che scesero in piazza».
Il Pd, infine, l`ha inserita in una lista di parlamentari morosi per non aver versato il mensile nelle casse dem…
«Bisognerebbe chiedere conto a chi ha fatto uscire la notizia. In ogni caso la questione non mi interessa. La saluto».


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