Sarebbe un partitino di moderati assediato da estremisti
Ma che stupidaggine!». La rinascita della Dc, ad opera del leader dei dissidenti azzurri Angelino Alfano, magari con l`aiuto di un altro ex dc come Enrico Letta alla guida dei moderati del Pd, «è un progetto quanto meno fantasioso. Non sta più nelle cose, come ha dimostrato l`esperimento di Scelta civica che è arrivata a mala pena al 10% dei consensi, e non farebbe l`interesse del Paese, che ha bisogno di un bipolarismo virtuoso». Giorgio Tonini, vicepresidente dei senatori del Pd, nella giornata del ribaltone interno al Pdl, che ha visto il Cavaliere soccombere e Alfano trionfare, legge «l`inizio di un percorso che potrebbe portare a un Pdl finalmente europeista e popolare. Che farebbe bene anche al Pd».
Domanda. Non tutti i senatori democratici sembravano felici del voto di fiducia annunciato da Silvio Berlusconi
Risposta.
In alcuni dí noi alberga ancora dell`antiberlusconismo, per cui c`era chi magari era più interessato a vedere la caduta del Cavaliere che non la salvezza del governo.
D. C`è anche chi teme però che le colombe del Pdl non riescano ad andare fino in fondo e che l`ampio consenso a Letta sia solo transitorio.
R
. Nel Pdl sono emerse nel tempo due versioni del centrodestra, una che vuole che sia dentro l`alveo del popolarismo europeo ed europeista e l`altra che vuole un centrodestra populista ed euroscettico sé non antieuropeo. Queste due visioni difficilmente possono stare insieme, era necessario un chiarimento. E mi pare che stia prevalendo la prima visione. Il voto di fiducia a Letta ha sancito il primo step e quella fiducia l`hanno votata tutti, lo stesso Berlusconi.
D. Ora c`è una nuova maggioranza a sostegno del governo più ampia della precedente.
R.
Non una nuova maggioranza, ma una maggioranza nuova. La prima si sarebbe realizzata se il Pdl si fosse spaccato e se Letta fosse andato avanti con il solo sostegno dei cosiddetti dissidenti. E invece la maggioranza è rimasta la stessa per geografia, ma è nuova perché è prevalsa la linea di Alfano rispetto a quella di Berlusconi.
D. Già ieri la nascita dei gruppi parlamentari dei dissidenti pdl è stata congelata.
R.
Vedremo cosa succederà, se le diverse anime riusciranno a convivere sotto lo stesso tetto del Pdl e sotto la leadership di Alfano oppure ci saranno due gruppi. D. Non teme che un partito dei moderati capitanato da Alflinn nonna attirare anche molti moderati del Pd?
 R.
Non ha senso parlare dell`ennesimo partito di centro, significherebbe avere di nuovo il sistema politico bloccato, con democratici e area centrista assediati dalle forze anti sistema. Pd e Pdl devono invece costruire un bipolarismo vero, non giocato su ali estreme ma giocato al centro, non più con alleanze contro ma per, un bipolarismo virtuoso. Fatto sulla competizione dei programmi tra un centrodestra moderato e centrosinistra riformista. Il percorso del Pdl in questo senso fa bene anche a noi, aiuta a creare un sistema di governabilità nedà.dernanza.
D. E invece molti commentatori leggono, nel percorso parallelo di Letta e Alfano, i germogli di una nuova Dc.
R.
Ma che stupidaggine! Mi sembra quanto meno fantasioso, la Dc è morta 20 anni fa ed è assurdo averne nostalgia. Quel progetto oggi non ha nessun realismo e neanche prospettiva per il paese. Non è più nel novero dei fatti, basti guardare il risultato alle elezioni di Scelta civica che non è andata oltre il 10%, ma non è neanche nel novero delle cose auspicabili.
D. Proprio Mario Monti, nelle dichiarazioni di voto alla fiducia, è. tornato inveve ad auspicare un partito dei moderati di Alfano e Letta.
R.
La democrazia tedesca, a cui Monti guarda con rispetto, si base su due grandi forze. Non abbiamo affatto bisogno di spaccare i partiti, ma di partiti forti, non di alleanze ballerine, ma di stabilità nell`alternanza. Il Pd è nato con questo obiettivo.
D. Dopo la tregua con il Cavaliere, il Pd che congresso avrà? R.
Sarà un congresso più tranquillo, non scandito dall`emergenza.
D. E Renzi sarà segretario.
R.
Sarà segretario per il periodo non breve in cui L Letta sarà presidente del consiglio.

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