Il linguaggio di Grillo è vicino a quello del fascismo che, tra i tanti mali, è stato anche un regime volgare
Senatore Zanda, il Parlamento ha ancora un senso o va abolito come suggerisce Grillo?
«Devo rispondere ad una domanda così?»
Grillo si è conquistato i titoli dei tiggì.
«E allora dico che nessuna democrazia al mondo può vivere senza Parlamento. Nessuna legge elettorale, per quanto pessima, può giustificare l`insulto al Parlamento. Ci sono tante specie di volgarità ma la volgarità peggiore è quella che Grillo utilizza nei confronti delle istituzioni democratiche. Tra l`altro, con queste parole, mortificagli stessi parlamentari che lui ha voluto far eleggere alla Camera e al Senato. Insulta i suoi figli politici».
Figli politici che cominceranno a non poterne più di un padre sempre sopra le righe.
«Non c`è nessun deputato né senatore 5Stelle al quale Grillo abbia dato la possibilità di dimostrare quanto e se vale. Penso che tra di loro ci sia gente capace ma registro quotidianamente che non possono far valere le loro qualità ».
Qualcuno ha detto: linguaggio fascista.
«Il fascismo, tra i tanti mali, è stato anche un regime volgare. In questo senso vedo un collegamento tra le cose dette da Grillo e quel linguaggio».
Col senno di poi: è stato inutile perdere tempo con un tipo così all`epoca delle elezioni per il presidente della Repubblica?
«Non ho mai pensato che ci fosse la possibilità di un rapporto politico con chi insulta la democrazia e il Parlamento. Ho pensato – e penso ancora – che ci possa essere un dialogo con molti dei parlamentari eletti con il Movimento 5Stelle».
Lei cosa farebbe se fosse uno di loro e sentisse Grillo descrivere il Parlamento come «una scatola di tonno vuota»?
«A chiunque capiti in sorte di ricoprire un ruolo così nobile come quello del parlamentare questo linguaggio dovrebbe suonare intollerabile».
Consigli da dare?
«Non mi permetto. I parlamentari 5Stelle si comportino secondo la loro personale dignità».
Voi tutti, per Grillo, siete degli impiegati, non rappresentate nessun elettore, forse nemmeno voi stessi… «Vengo dalla campagna elettorale per Ignazio Marino a Roma e per Esterno Montino a Fiumicino. Sono stato in mezzo alla gente, ai nostri elettori, e mai ho avuto l`impressione che non mi considerassero uno dei senatori che li rappresenta».
Ammetterà che in Parlamento è entrata, negli anni, anche una pattuglia di personaggi parecchio discutibili. «Grillo avrebbe un`occasione per dimostrare di non essere solo un distruttore. Dovrebbe collaborare e far collaborare i suoi per cancellare questa legge elettorale. I grillini l`hanno usata e adesso non intendono contribuire a cambiarla. Credo che gli elettori se ne stiano accorgendo. Il primo segnale di scontento sono i risultati deludenti che il Movimento ha ottenuto alle amministrative».
Grillo alza ancora i toni, fiuta vento sfavorevole.
«L`insulto non è mai un segno di forza, piuttosto di debolezza».
Il Parlamento non serve, dice il padre padrone del Movimento. Ormai fa tutto il governo.
«Io sono un convinto parlamentarista. Penso che il Parlamento vada aiutato a funzionare bene. Lo si può fare riducendo il numero dei parlamentari, modificando il bicameralismo perfetto, rendendo più attuali i regolamenti, limitando l`uso del decreto legge, dei maxi emendamenti, del voto di fiducia. Tutti obiettivi possibili, sensati, a portata di mano. Viceversa, modificando profondamente la Costituzione per introdurre il presidenzialismo non si aiuterebbe il Parlamento…».
Un altro pollice verso.
«Passare da una Repubblica parlamentare ad una presidenziale significherebbe spostare il centro delle attività istituzionali dal Parlamento al Presidente della Repubblica, il quale perderebbe la funzione di garanzia… Per farlo bisognerebbe modificare decine di articoli della Costituzione».
Tant`è. Grillo ha deciso: Il Parlamento è meglio chiuderlo.
«Boutade ad effetto. Per salvare l`Italia bisogna lavorare non insultare».

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