II governo giallo-verde nascerà e il Pd, per l`ex presidente dei senatori Luigi Zanda, non dovrà sottrarsi al confronto: «Sono stupito che in una situazione così difficile, con un rischio di guerra nel nostro Mediterraneo, i partiti non affrettino i loro tempi. Penso che Mattarella abbia fatto benissimo a segnare questa accelerazione».
Quale governo nascerà?
«Le consultazioni confermano l`attrazione fatale tra 5 Stelle e Lega, che hanno in comune l`uso spregiudicato della demagogia antisistema. È un collante che servirà a superare ostacoli come la premiership e il rapporto con Berlusconi. Ma alla fine credo che faranno il governo e lo temo, perché è l`ipotesi più destabilizzante per l`Italia».
Il Pd resterà alla finestra?
«Il Pd non può fare governi con forze che non condividono i fondamentali dei nostri princìpi politici. Su questi punti va fatto il confronto, anche con i 5Stelle e con il centrodestra. Se non altro aiuterebbe a spiegare meglio le ragioni della nostra opposizione. Il Pd deve sfidarli, perché si schierino a favore della democrazia parlamentare rappresentativa e rinneghino la democrazia dei clic».
Una sfida che deve riguardare anche la politica estera?
«Debbono schierarsi in modo definitivo. Stanno con l`Occidente europeo o con l`Oriente di Putin? Ritengono necessario avere una maggiore unione dell`Europa politica, economica, della difesa e del fisco? Credono nel pareggio di bilancio?».
lI Pd potrebbe dire sì a un governo del presidente?
«Di queste cose si può parlare solo quando sono ben definite, altrimenti si fa solo fantasia politica».
Le risulta che Renzi mediti aperture al governo?
«Non ritengo probabile che Renzi cambi linea in poche settimane».
Il Pd si infilerà nel varco che Franceschini ha aperto al fronte dialogante?
«La posizione di Franceschini, presente in molte aree del partito, è coerente con la nostra democrazia. Al Pd serve dialogo e una profonda riflessione su se stesso».
Martina è ancora in gara come candidato di tutti?
«Ha fatto il vicesegretario su designazione di Renzi e sta facendo molto bene il reggente. Credo che vada confermato come segretario. Il Pd ha bisogno di stabilità e sottoporlo ad altre lacerazioni interne sarebbe incomprensibile».
Per Orlando ed Emiliano il rinvio dell`assemblea nazionale, chiesto dai renziani, è uno strappo allo Statuto. E per lei?
«Prima che ci sia il governo non si fa un`assemblea che può cambiare gli assetti».
Il Pd litiga sul congresso. Quando dovrà tenersi?
«Dopo una sconfitta drammatica è un congresso importantissimo. L`essenziale è che non sia improvvisato, ma venga preparato bene negli organismi periferici e centrali».
Renzi ha i numeri per dettare la linea?
«Renzi ha una sua forza nei gruppi parlamentari e nel partito. Ma per me, con le dimissioni, si sarebbe dovuto produrre un taglio netto».
Tenderebbe la mano a D`Alema e Bersani per ricostruire il centrosinistra?
«Con le nostre divisioni abbiamo lasciato che la maggioranza sia andata ad altre forze. Se sommiamo i voti del Pd con Leu e con i nostri voti che sono andati a 5Stelle e Lega e se calcoliamo che almeno il lo% degli astenuti è della nostra area, vediamo come il bacino del centrosinistra sia tuttora superiore al 40%. L`unità dovrebbe essere il primo obiettivo di tutti noi».


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