“Con questa legge, che ben distingue il matrimonio dall’unione civile, avremo due istituti diversi, ma con gli stessi diritti. Dal cognome comune all’obbligo di coabitazione. Dall’assistenza materiale e morale alla reversibilità. Dall’indicazione dell’indirizzo della vita familiare alla comunione dei beni. E ancora, alle parti dell’unione civile vengono riconosciute le stesse facoltà del coniuge in materia di assistenza sanitaria e di donazione di organi. Così come la parte dell’unione civile diventa erede legittimo o, in caso di separazione o divorzio, ha diritto agli alimenti”. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda nel corso della dichiarazione di voto a favore della legge sulle unioni civili. Per Zanda, rinunciare alla adottabilità del figlio del partner è stato necessario “per evitare il rischio di perdere tutta la legge o anche solo il pericolo di veder battuta la stepchild nel voto segreto. L’esperienza ci ha insegnato che sarebbe stato un azzardo fidarsi del voto di un Gruppo al quale basta ricevere una telefonata per cambiare, dopo due anni di affidamenti, la linea e il voto. Sulle adozioni la legge garantisce il lavoro della magistratura che proseguirà, come ha fatto sinora, a tutelare i diritti che la nostra legislazione riconosce. Di adozioni – continua Zanda – il Parlamento tornerà presto a discutere e lo farà anche questa volta per iniziativa del Partito Democratico”.
“Il governo – continua Zanda – va ringraziato per il suo intervento e per aver posto la questione di fiducia. Cosa può fare di più un Governo per dimostrare il proprio interesse politico a un risultato, oltre mettere in gioco la propria sopravvivenza chiedendo al Parlamento un voto di fiducia?”.
Il capogruppo Pd ricorda le “riforme strategiche e decisive” gli anni sessanta e settanta”. Ma “ripensando a quegli anni per prime ci vengono in mente le leggi sul divorzio e sull’aborto, le due grandi riforme che sul piano civile hanno messo l’Italia al passo delle democrazie occidentali. Riforme nate da dibattiti serrati, con grandi travagli sui principi e sui valori, ma che una volta diventate legge dello Stato sono riuscite a riunificare il Paese, a renderlo più maturo”. E osserva: “In tutto il mondo le società si disgregano quando i diritti sono negati e si compattano quando vengono riconosciuti. Questo è il valore della legge sulle unioni civili e sulle coppie di fatto, una legge che due milioni e mezzo di italiani aspettano da decenni. Questa è la verità. Non importa quanto siano esigue le minoranze. Le discriminazioni, anche di pochi, avvelenano la convivenza civile e umiliano chi le sostiene ancor più di chi le subisce”.

“Non sarà mai una infelice battuta alle agenzie su quel che è naturale e quel che non lo è a risolvere grandi questioni scientifiche e sociali del nostro tempo. Anzi”. Così Zanda commenta le parole di Angelino Alfano.
“Sappiamo di dover ancora lavorare alla legge sulle adozioni, alla regolamentazione del fine vita, al così detto ‘dopo di noi’, allo jus soli. Su queste sfide il Partito Democratico ci sarà con convinzione e determinazione”. Perché, conclude Zanda, “riconoscendo i diritti teniamo uniti quei pezzi di società che non chiedono più diritti di altri, ma diritti uguali a quelli di tutti gli altri”.


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