In quel continuo prologo che è la vita c`è posto per altre gioie e amarezze. Dal Vangelo secondo Matteo: «Non vi inquietate dunque per il domani, a ciascun giorno è sufficiente la sua pena». Se dunque la speranza è prima di tutto qui, in questo obbligo di vivere, Itaca non esiste: doppiato l`istmo, troveresti sempre altri mari, e nuove sirene pronte a fermarti. I Proci, a loro volta, sono con noi, confusi a bordo; Penelope è qui, con te. Itaca è ogni giorno il tuo animo, la rotta e l`approdo, il motivo per il quale vale sempre partire, ma guidati da qualcosa che è immancabilmente davanti. Basterà mettersi a prua, sapendoci stare. Il resto è la vita. Nessuno, amo ripeterlo, nasce solo per se stesso; da quel momento tutto si connette, si scompone e si rigenera nel laboratorio dell`esistenza, via via spartendo la realtà in piccola e grande, propizia e contraria. Solo l`amore terrà insieme ogni cosa, perché è la sola forza che tende a unire. Perché si è felici solo in due. Mi congedo dai lettori, secondo i tempi assegnati via via alla rubrica di questo bel giornale. Ho raccolto brevi tracce della realtà facendone una filiera che non appartenesse alla pretesa di raccontare soltanto storie mie, mentre la vita è seme e pianta, tronco e rami. Di tutti, e di ciascuno.

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