Di per sé sarebbe assai straordinario che un meeting internazionale
in previsione dell`incontro di Parigi sui cambiamenti climatici
di fine novembre si tenga, per volontà di un Papa, in Vaticano;
non fosse che questo Papa si chiama Francesco e in questo
nome raccoglie un`eredità, un pensiero. Inoltre e in termini
assai chiari, con la sua enciclica Laudato si` ha richiamato alla
necessità dí una visione comune che tolga di mezzo convenienze
ed ipocrisie, anticipando i tempi e mettendo in stretta
relazione ambiente e società.
Ma il susseguirsi di interventi
tecnici, filosofici e politici ín due giorni fitti ha contribuito non poco
a fare luce sulla rilevanza, anzi sulla indispensabile necessità,
di chiudere con l`economia lineare frutto di una mentalità
novecentesca in cui le risorse erano a disposizione pressoché
illimitatamente… Di chiudere anche con una finanza che
‘gioca’ a prescindere dalle condizioni del pianeta Terra, di
chiudere con l`illusorio pensiero che le migrazioni possano
essere fermate alzando mura e finanziando guerre, insomma
di chiudere con quel pensiero egoistico e funzionale all`oggi
che ha reso talmente fragile il nostro sistema ambientale e
sociale da portarci sul baratro dell`estinzione umana.

Tutti ormai sappiamo che la sfida per i Paesi del mondo riuniti
a Parigi sarà fissare il limite massimo della temperatura del
pianeta a 2 gradi centigradi in più, con gli attuali trend entro il
2050 avremo tra i 3.8 e i 4.7 gradi fenomeni atmosferici e un
aumento di desertificazione e fame che prevede una migrazione o la morte certa
di 260 milioni di persone,prevista dalle Nazioni Unite.
Il clima è l`ultima ingiustizia, colpirà per primo chi è già in
situazione di vulnerabilità,costoro subiranno un fenomeno
che non hanno provocato e pagheranno un prezzo altissimo
per un benessere che non hanno avuto. Parigi, come afferma il
ministro Galletti, è un tema etico di dimensioni inimmaginabili.

Nicolas Hulot, inviato speciale della presidenza della
Repubblica francese ha richiamato l`affermazione di una donna del
Sahel che alzatasi a parlare in un incontro pubblico disse: «A
Parigi, voi andrete a decidere
chi morirà o meno, sappiatelo. Sarà un meeting sulla pace,
sulla giustizia, prima ancora che sui cambiamenti climatici».
Dunque servirà che tutti i governi non usino la ‘tecnica del gambero’
per dirla con le parole di Edo Ronchi presidente della Fondazione per
lo sviluppo sostenibile che ha reso possibile il meeting, ovvero non
usino a tirare indietro in attesa di capire fino a dove arriva l`impegno
altrui, ma inviino negoziatori con un mandato serio e ampio, si
convincano a lasciare sotto terra
il 70 per cento delle fonti fossili disponibili a vantaggio di una
economia circolare che è già oggi capace di offrire soluzioni sia in
tema di energie rinnovabili sia in tema di efficenza di risorse e
recupero di materia prima. Non sostengano più le fonti fossili
utilizzando quei 600 miliardi di dollari annualmente spesi
per finanziarle, per la lotta alla povertà, che ancora oggi fa vivere
secondo dati Fao 800 milioni di
persone in denutrizione di cui 160 milioni sono bambini che
hanno meno di 5 anni. Fondi per un anno, che da soli basterebbero
a debellare definitivamente lafame nel mondo entro il 2030.

Impegniamoci sulla carbon tax in modo da rendere vantaggioso
l`investimento – anche dei mercati finanziari – sull`obiettivo di qualità
di un`economia ambientale e sostenibile, per rendere possibile
la quale è unanime la richiesta di una governane mondiale che
indirizzi e monitori l`aggiornarsidelle emissioni nei singoli
paesi, sostenga e garantisca la corretta evoluzione attesa.

Sarà l`avvio di un terzo millennio dove l`uomo si riconcilia con la
natura e con i suoi simili, creando un benessere inclusivo e rispettoso,
dimostrando che possiamo essere amministratori responsabili
delle risorse che ci sono state non donate – ma prestate dalle
generazioni future, alle quali abbiamo lasciato poco e delle quali
non ci siamo affatto preoccupati.Un rinsavìmento politico generale
è possibile nella Cop Parigi 2015,
perché non vi è più discussione sulle cause e sulle conseguenze
del nostro modello di vita e di economia, avendo maturato
convinzioni scientifiche pressoché
unanimi sull`insostenibilità, ma soprattutto perché Parigi
può ritrovare il momento della
riscoperta dell`intelligenza umana capace di risolvere i problemi
che la sua insipienza ha creato.

L`Italia ha un compito, enorme ma possibile, quello di trainare
questo movimento di civiltà dopo aver dimostrato che è stata capace
di farsi carico delle centinaia di migliaia di vite che il Mediterraneo
ha consegnato, scuotendo l`Europa sulle sue responsabilità.

Papa Francesco scriverà ai governanti che si riuniranno a
Parigi invitando a guardare al domani come ad un opportunità
se riusciremo ad essere ‘giusti’, a ripristinare la giustizia ambientale
e a considerarci tutti e solo parte di un unica terra. Parigi non avrà
vinti né vincitori, vinceremo o perderemo tutti, le frontiere ci
siamo resi conto che non esistono ora non per i grandi eventi che ci
richiamano ad una nuova epoca.

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