‘Non è razzista ma fa battute da bar che non può permettersi. Adesso deve intervenire Malagò’
Raffaele Ranucci chiede un
calcio diverso, moderno, con una
gestione manageriale ben diversa
da quella attuale dove contano
di più gli organigrammi rispetto
ai programmi. Il senatore del Pd
che ha un passato nel calcio tra
club (Roma) e Federazione (tra
gli incarichi, capo delegazione in
due Mondiali) boccia la candidatura
di Carlo Tavecchio.

Senatore, qual è la sua opinione
sulla candidatura di Tavecchio
dopo le sue parole?

«Deve fare un passo indietro e un
passo indietro devono farlo anche
coloro che lo appoggiano.
Chi ha i voti sí impegni per trovare
un manager per il calcio».
Il premier Renzi ha affermato
che l`espressione di Tavecchio

è inqualificabile ma non è giusto
che il governo decida sulle
Federazioni sportive.

 «Renzi ha ragione: deve essere il
calcio ad autoriformarsi. E poi il
programma che ho letto non mi
sembra rivoluzionario».

Un invito per la nazionale che
non ci ha regalato grandi soddisfazioni.

«La nazionale è un valore. Se un
giocatore fa bene, il suo valore sale
automaticamente».
 Lei non accetta Tavecchio e
chiede un altro calcio, vero?

 «Vorrei trasparenza. E possibile
che in questo calcio entri chiunque
e non si debbano avere requisiti
di onorabilità? Mi piacerebbe
sapere chi sono tutti i proprietari
dei club di serie A, B, Lega Pro e
dilettanti. In un momento come
questo possono esserci comportamenti
non consoni».

Senatore, rimpiange il calcio
del passato?

«Rimpiango patron come Berlusconi,
Moratti, Garrone. Hanno
speso soldi perché erano, prima
di tutto, tifosi. Quello era il calcio
della passione».
E adesso Tavecchio, che rappresenta
il futuro, parla di banane.
«La sua battuta fa capire che lui è
uno vecchio, da bar. Non posso
dire che è razzista, ma fa parte di
un altro mondo. E poi in certi
ruoli non ci si può permettere di
dire quello che ha detto».

Però lui ha i voti e non vuole fare
un passo indietro. Se diventerà
lui il presidente?

 «Sarà una sconfitta del calcio italiano.
Ma credo che il Coni non
possa lavarsi le mani. Il presidente
Malagò ha fatto una battaglia
contro il calcio e adesso deve intervenire».


Ne Parlano