“So per esperienza che nessun confronto programmatico serio nasce all’ombra di diktat e ultimatum, miscuglio evidente di arroganza e debolezza tanto da legittimare il sospetto che siano esibiti per ragioni più funzionali a singoli riposizionamenti interni che al reale interesse del confronto. Per bieco calcolo personale a più di qualcuno sfugge che il lavoro in atto non è frutto della paura del voto ma valutazione sulle condizioni disastrose del Paese e su urgenze che non possono aspettare neanche un minuto di più. Mettere a valore tutti gli strumenti che la democrazia, e la democrazia parlamentare, permettono, per evitare derive disastrose e pericolosissime. A chiedere di impedire l’aumento dell’Iva sono consumatori e imprese, piccole e medie soprattutto, quello che si chiama Paese reale e che non può più essere ignorato. Per oltre un anno abbiamo sentito parlare di interesse nazionale, svilito a bullismo istituzionale e alla guerra senza quartiere a qualche centinaio di disperati in mare. Forse abbiamo dimenticato che qualcuno ha invocato addirittura blocchi navali, (chissà con quali regole d’ingaggio, poi…). Io penso invece alle enormi questioni irrisolte che chiedono qui e ora un governo e una soluzione, da Alitalia a Ilva alle tantissime imprese in sofferenza, agli investitori che pensano a scappare e a quelli che hanno timore di arrivare. Quello che serve è un cambio di paradigma, molto meno protagonismo e molto più impegno. Abbiamo da fare un lavoro enorme per affrontare problemi enormi. L’unico interesse nazionale che concepisco è questo”.

Così la Sen. Teresa Bellanova.


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