Senatrice Cirinnà, Cappato non è punibile ma per la Corte è indispensabile l`intervento del legislatore. La palla torna al Parlamento?
«È una decisione storica. Il caso di Cappato, che coraggiosamente ha aiutato la scelta estrema di Dj Fabo, si chiude con la non punibilità. A questo punto il Parlamento dovrà muoversi e modificare il 580, ossia legiferare presto e bene. Se non lo farà, arriveranno altri casi. Ma sono fiduciosa, la strada è segnata ed è quella che abbiamo scelto di seguire nel ddl a mia prima firma sull`aiuto medico a morire presentato ieri al Senato».
Il potere legislativo è scavalcato da quello giudiziario?
«Il Parlamento è sempre scavalcato dalla Corte quando la tira per le lunghe e decide di non decidere. Spesso su questi temi cosiddetti etici, quelli divisivi su cui i partiti non hanno posizioni univoche, succede che i cittadini cerchino il diritto negato dal Parlamento in un altro potere dello Stato, la magistratura. Così un singolo caso può diventare sentenza».
Cosa succede adesso?
«Si va avanti. Il testo di iniziativa popolare, fermo alla Camera, è stato superato dalla Corte: l`articolo 32 della Costituzione non è rispettato se non si lascia al malato la possibilità di scegliere di morire con dignità. Adesso comunque l`aria è cambiata anche in Parlamen- to, senza gli oscurantisti della Lega si è creata una maggioranza larga e più attenta, che su questo rispetta maggiormente l`umore del Paese».
Sui temi etici in generale e sul fine vita in particolare i partiti si lacerano. E il Paese?
«Gli italiani sono molto più avanti del Parlamento. L`ho visto sulle unioni civili. Tutte le famiglie hanno o hanno avuto un malato terminale e la richiesta di rispetto è diffusa. Con questa sentenza si può andare avanti. Lo stesso ddl Marcucci, firmato da tutto il Pd tranne io che lo ritenevo timido, adesso può aiutare. Nel testo di Marcucci non si arriva al farmaco letale, c`è la sospensione dell`idratazione e delle cure, la redazione profonda, ma poi ci si ferma. Invece il mio ddl dice che dopo aver provato tutto, quando il malato è inesorabilmente condannato, allora c`è il farmaco letale. Ora il testo di Marcucci può recepire il mio: si va sulla scia della Corte».
La Chiesa teme l`avvento del liberismo etico.
«Secondo l`articolo 7 della Costituzione, lo Stato deve fare lo Stato e la Chiesa deve fare la Chiesa. In Parlamento il faro è la Costituzione, a casa si prega in libertà. Ma non dispero, c`è un cattolicesimo oscurantista e ci sono i cattolici adulti evocati a suo tempo da Prodi. Possiamo costruire una trasversalità su due basi: dire la verità, ossia che si parla di malati terminali incurabili e in gravi condizioni che nulla hanno a che vedere con l`eutanasia; avere il coraggio come parlamentari di consentire ai cittadini la scelta che pure magari personalmente non si compirebbe. Ai tempi della 194 le donne cattoliche e comuniste lo fecero: mia madre mi disse che non avrebbe mai abortito ma che votava sì affinché io fossi libera».


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