“Su tutti i temi che hanno a che fare con ambiente, biodiversità e animali si può sempre fare di più. Il punto è che questi argomenti non possono e non devono appartenere a un solo partito politico. Esattamente come quando si parla di diritti civili e umani”. La senatrice del Pd Monica Cirinnà, promotrice del ddl sulle Unioni civili nonché storica animalista, risponde alle critiche di quanti accusano il Pd di essersi fatto “sfilare” dalla destra temi tradizionalmente di sinistra, come l’animalismo e l’ambientalismo.
La difesa degli animali, allora, da che parte sta?
“Le battaglie sui diritti degli animali si ascrivono al più ampio settore delle politiche sociali e ambientali e si fanno trasversalmente, fuori da ogni etichetta. Solo in quel caso riescono ad aggregare”.
Quindi un partito animalista in sé non serve a nessuno?
“Non ha senso. Auguro a Michela Brambilla la fortuna che merita, ma penso che per fare ambientalismo o animalismo non bisogna stare per forza dietro un leader più o meno appannato come è ormai Berlusconi”.
Secondo lei è vero che la sinistra ha fatto troppo poco per gli animali e in generale per l’ambiente?
“Le rispondo con un esempio: l’ultimo emendamento che sono riuscita a fare approvare in Senato, e che finalmente ha vietato in Italia l’allevamento di cani e gatti a fini di sperimentazione, non ha trovato grandi consensi dentro Forza Italia. Contagiamo allora positivamente tutti i luoghi della politica con la giusta attenzione per gli animali ricordando che un conto è Dudù e un conto sono le migliaia di animali oggetto di sperimentazione, macellazione o bracconaggio. Occupiamoci, ad esempio, delle deroghe alla caccia”.
In proposito, una delle accuse mosse dagli animalisti a Renzi è che ha concesso deroghe alla caccia a specie protette alle provincie autonome di Trento e Bolzano solo a fini elettorali. Che cosa risponde?
“Non mi sento di criticare Renzi su questo perché se lui è in cerca di voti lo è anche Berlusconi con questo Movimento animalista. Non è che i voti della provincia autonoma di Bolzano puzzano e quelli della Brambilla sono profumati. Nel Pd siamo in tanti fare continue azioni in difesa degli animali. Ma non facciamo tutta questa pubblicità”.
Allora è un problema di comunicazione? Perché la percezione per gli animalisti è che la politica sia inerte.
“Certo, ma basta tenere un braccio un agnellino a Pasqua per essere immediatamente animalista? O bisogna piuttosto aver partecipato alla liberazione dei beagle di Green Hill come ho fatto io, concorso alla creazione del canile più bello d’Europa quando ero consigliera comunale a Roma, aver fatto nella Capitale il più grande regolamento di tutela degli animali copiato poi in tanti altri comuni italiani?”.
Ammetterà che però le strategie comunicative di Berlusconi sono più dirompenti.
“Certo io non sono la Brambilla che ha un parco e la mattina esce con il suo asinello o Berlusconi che passeggia ad Arcore con le sue caprette. Io mi occupo dei cani degli sfigati: quelli dei barboni e dei punkabbestia, che ho censito e fatto vaccinare gratuitamente. Vogliamo fare politiche animaliste? Allora andiamo per strada, sporchiamoci le mani, occupiamoci degli anziani soli che vanno aiutati a prendersi cura dei propri animali”.
Che ne pensa di alcuni sondaggi che valutano positivamente il mercato elettorale degli animalisti?
“Se basta un sondaggio per far nascere un nuovo movimento allora possiamo inventarci soggetti politici di ogni tipo. Facciamo il partito degli immigrati, quello si che avrebbe un miliardo di voti. Personalmente fonderei il partito delle mogli dei mariti che russano. Stanotte ho dormito per terra in soggiorno per disperazione”.


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