Io l`ho detto nella << riunione del gruppo parlamentare del Pd: dobbiamo pretendere un primo segnale dai Cinque stelle. Ritirino le firme dal ddl Pillon». La senatrice Monica Cirinnà è la pasionaria dem dei diritti. Porta la sua firma la legge sulle unioni civili del 2016, «ancora ora c`è chi mi riconosce e mi ringrazia», racconta con orgoglio. In occasione della fiducia al governo gialloverde, l`anno scorso, si presentò con una maglietta delle Famiglie arcobaleno, in protesta con alcune dichiarazioni del ministro Lorenzo Fontana. Nel giorno del battesimo del governo giallorosso, invece, sfodera un sorriso speranzoso: «Non conosco la nuova ministra della Famiglia ma me ne hanno detto un gran bene. Andrò a presentarmi».
Intanto, però, mentre concede una «fiducia esigente» all`esecutivo, mentre chiede di dimostrare «coraggio», ha già in mente cosa il Movimento dovrebbe fare per rendere tangibile un cambio di passo: intervenire sul disegno di legge Pillon sull`affido condiviso che tanto fece discutere (e infuriare sinistra e femministe) l`inverno scorso. Presentato dal senatore del Carroccio già organizzatore del Family day, il testo, nonostante la clamorosa bocciatura del grillino Vincenzo Spadafora, è stato firmato anche da quattro senatrici Cinque stelle, Grazia D`Angelo, Elvira Evangelista, Alessandra Riccardi e Tiziana Drago, mentre altri due hanno tolto il proprio nome. Dopo molte polemiche, è fermo in Commissione giustizia al Senato: «Come primo segnale, ritirino le loro firme». Una sorta di abiura, diciamo così, che affossi definitivamente il testo. Ne ha parlato nella riunione del gruppo Pd, due giorni fa, ha chiesto che venga posto il problema.
Ma, al suo capogruppo Andrea Marcucci, ha chiesto anche di più: «So che è un tema divisivo, ma dobbiamo agire al più presto: occupiamoci del fine vita». Il 24 settembre, data fissata per una nuova udienza sul caso del dj Fabo, è il termine che la Corte Costituzionale ha dato al Parlamento per legiferare sull`argomento. A ora, nessun testo è calendarizzato. «Ne sono stati depositati due, uno presentato da Marcucci e uno dal Cinque stelle Mantero», racconta. Ieri ha citato il suicidio assistito anche il premier Conte nella sua replica: «Sarebbe improprio ricondurlo a un`iniziativa di governo, ma mi auguro che il Parlamento trovi il modo di approfondire queste questioni». «Bisogna fare presto e bene», chiosa la Cirinnà: «Incardiniamo subito un provvedimento». Senza paura di tirare per la giacca il
M5S, nonostante le raccomandazioni del premier di evitare scontri e ultimatum: «Nel programma comune abbiamo dedicato un paragrafo alla protezione dei diritti», ricorda. Quindi, i grillini prendano le distanze dal ddl Pillon e si incardini il fine vita. «Discutiamo, ascoltiamoci, e poi, quando si decide, la decisione
valga per tutti».


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