La Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere ha deliberato oggi all’unanimità l’avvio di un’indagine conoscitiva sui femminicidi registrati nel 2017-2018, stimabili in 227 casi secondo dati provenienti dalle istituzioni e dalle associazioni. I dati del fenomeno sono infatti molto variabili rispetto alla fonte di riferimento e questo rappresenta un primo problema,  per aggredire in maniera adeguata la questione. Lo scopo dell’indagine è di rilevare, attraverso l’analisi  degli atti delle indagini preliminari e del primo e secondo grado di giudizio, anche con l’ausilio degli esperti (in primis magistrati e avvocati) che collaborano con la Commissione e che hanno elaborato una griglia di analisi, le cause che hanno portato al femminicidio finale attribuibili al cattivo funzionamento del sistema di protezione (giudiziario, sociale, delle Reti del territorio) della donna vittima di violenza relazionale. Non si tratta di un’indagine finalizzata a ricercare responsabilità individuali, ma ad analizzare disfunzioni di sistema,  che potranno essere successivamente corrette soprattutto attraverso la sensibilizzazione e la formazione degli operatori. Nei prossimi giorni verranno trasmesse le richieste di trasmissione degli atti  ai presidenti delle Corti di Appello e ai procuratori  generali competenti per territorio.
“È la prima volta – spiega la presidente Valeria Valente a  nome di tutta la Commissione – che si indaga per capire cosa davvero non funziona nella catena, che poi purtroppo troppo spesso non riesce a evitare tanti femminicidi, anche dopo la denuncia. Chiediamo a tutti la massima collaborazione perché i risultati, che speriamo di presentare il 25 novembre in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, potranno aiutarci a evitare tanti epiloghi drammatici”.


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