Senatore Faraone, la posizione di Tiziano Renzi nell`inchiesta su Consip è stata archiviata e lei lo ha definito una vittima dell`uso politico della giustizia. Crede che l`inchiesta sia uscita dai binari dell`attività giudiziaria?
Mi pare che lo dica la stessa Procura di Roma. C`è un ufficiale del Noe che andrà a processo accusato di aver creato false prove contro Tiziano Renzi. Ricordiamoci che all`epoca dei fatti Matteo Renzi era presidente del Consiglio e che quindi quello che è successo si configura come un vero e proprio atto eversivo contro una istituzione della Repubblica. Ripeto, un fatto gravissimo di cui stento a ricordare precedenti nella storia anche recente. Un fatto gravissimo, che in parte ha influenzato anche le vicende successive. Oltre alla sofferenza che ha patito la famiglia Renzi, c`è sicuramente anche un costo politico che il Pd ha dovuto pagare.
Quanto peso ha avuto la stampa?
Come sempre è avvenuto in casi di questo genere, che purtroppo sono stati tanti, c`è un cortocircuito tra Procure e certo mondo dell`informazione. Alcuni giornalisti e alcuni quotidiani smettono di fare informazione e diventano veri e propri militanti che infangano quelli che considerano avversari politici. Il Fatto Qutidiano avrà fatto cento aperture su Tiziano Renzi, ma ricordo anche i pranzi in trattorie fuori mano, gli incontri misteriosi a Fiumicino, tanti indizi falsi che costituirono la verità di allora. La stessa cosa avvenne ai danni del ministro Guidi: titoli, aperture, attacchi dell`opposizione e poi nulla. Tante oneste carriere politiche sacrificate sull`onda di un giustizialismo becero. Mi chiedo se si possa continuare in questo modo.
C`è stato anche fuoco amico?
Tutti ricorderanno l`uso strumentale che si fece, nel Pd, del caso Consip e del coinvolgimento di Tiziano Renzi. Sono state in qualche modo le prove generali della scissione che si consumò qualche tempo dopo: mi riferisco a Pierluigi Bersani, Miguel Gotor, Massimo D`Alema. Quindi sì, anche nel mio partito, il Pd, c`è stato un uso terribilmente strumentale della vicenda. Si chiama fuoco amico e ci ha arrecato un danno notevolissimo, senza portare alcuna fortuna ai giustizieri di allora.
Ora spera nelle scuse di Travaglio ed i 5 stelle? La posizione di Luca Lotti è ancora aperta.
Le scuse non arriveranno, non mi faccio illusioni. Spero, però, che cresca nell`opinione pubblica il rigetto verso la macchina del fango, verso un uso politico della giustizia, che
può colpire tutti. Il M5S ha solo furbescamente cambiato posizione verso i suoi amministratori, i loro avvisi di garanzia non sono più delle mezze condanne, restano condanne piene solo per gli esponenti degli altri partiti. Una doppia morale che trovo insopportabile ed ingiusta. Fino a condanna definitiva, non troverà nessuna nostra richiesta di dimissioni per la sindaca Raggi, per motivi giudiziari: la prima cittadina della Capitale dovrebbe dimettersi per lo stato in cui versa la città. Quanto a Luca Lotti, vedremo le decisioni che verranno prese, io non da ora sono certo della sua estraneità ai fatti. Luca è una persona perbene.
Renzi ha spesso parlato di “tempo che sarà galantuomo”. Significa che ora è il momento di passare al contrattacco, anche all`interno dello stesso Pd?
Matteo non ha mai usato l`arma del vittimismo, del complotto, anche quando era chiaro il marcio che stava dietro la vicenda Consip. Contrariamente, invece, a Salvini, che riguardo la vicenda Diciotti o i 49 milioni rubati dalla Lega Nord ha parlato immediatamente di complotto e addirittura ha proclamato la sua intoccabilità in quanto eletto, al contrario dei magistrati. Mi auguro che si faccia molta più attenzione: sono troppi gli esponenti del nostro partito finiti negli ingranaggi di inchieste che poi non sono neanche partite o sono finite con un nulla di fatto. Bisogna guardarsi attentamente dal pronunciare sentenze di condanna anticipate, solo in base a simpatie o antipatie politiche. Dobbiamo restare sempre garantisti, con noi e con gli altri. La posizione del Pd deve restare ancorata a quello che scrive la Carta Costituzionale. Nessun attacco preventivo alla giustizia, nessuna condanna preventiva.


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