“L’applauso finale con cui l’Aula del Senato ha accolto l’approvazione della legge sul testamento biologico è da cogliere come il segnale della grande adesione ad una legge giusta e attesa. La possibilità della persona di determinarsi al termine della vita, nei limiti del possibile, e di poter rifiutare un accanimento terapeutico inutile e carico di sofferenza è un segno di civiltà, ben distinto dall’eutanasia. Chi confonde il biotestamento con il suicidio assistito o con l’eutanasia lo fa in modo pretestuoso e falsifica un dato di realtà che invece risponde ad un’esigenza umana e profondamente etica, rispetto alla quale una parola è stata spesa anche dalla massima autorità della Chiesa, non possiamo dimenticarlo”. Lo dice la senatrice del Pd Laura Fasiolo.
“Non posso dimenticare il giorno in cui mia madre, donna di grande fede – prosegue Fasiolo – venne a conoscenza della gravità del suo male: chiamò me e le mie due sorelle e ci disse di lasciarla andare quando fosse giunta la sua ora. Sono passati diversi anni, ma anche per questo ho sentito profondamente l’adesione a questa legge. Ora è necessario che il ministero della Sanità dia gambe al mio ordine del giorno, accolto trasversalmente, sulla generalizzazione dell’accesso alle cure palliative domiciliari per i malati terminali che le richiedono. Oggi in molte realtà il malato terminale deve per forza morire in ospedale, quando il suo desiderio sarebbe quello di chiudere gli occhi a casa e questo è ingiusto”.


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