Senatrice Valeria Fedeli, perché ha voluto questa norma sulle preferenze alternate per genere alle Europee: preferire tre candidate donne oppure tutti uomini non si può?
«Nessuno sta coartando il voto. Pur rispettando la libera scelta, lo schema è che se esprimi tre preferenze, allora ricordati l`alternanza uomo/donna /uomo
o donna/uomo./donna. Ma non sei certo obbligato a votarne tre di candidati alle Europee».
L`elettore non è obbligato ma è orientato e di fatto ingessato?
«No. Direi piuttosto che è motivato».
Ma per quale ragione adottare un meccanismo di questo tipo?
«Non si tratta di quote rosa, ma di una norma anti discriminatoria. Le donne erano il 31% nel Parlamento europeo nella legislatura 2009-2014, il 21% nella
delegazione italiana. Nella legislatura che si è conclusa sono passate al 36%, arrivando al 40% per la delegazione italiana. Il risultato positivo è quindi
evidente».
Un limite alla libertà in cambio della parità di genere?
« La parità di genere non è una questione tecnica, di procedura normativa, ma una questione politica, culturale e strategica: una questione di valori, di qualità
della rappresentanza e di qualità della democrazia. Più donne nel Parlamento europeo significa cambiare approccio. Aggiungo. I liberali non fanno mai i conti conla realtà. Talvolta occorre rimuovere di fatto gli ostacoli. Le nostre norme per il riequilibrio della rappresentanza uomo/donna hanno inoltre superato il vaglio della Corte costituzionale. Nel voto parlamentare furono contrari solo M5S e Gal».


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