Mettere la scuola e il sistema formativo al centro di ogni progetto di immaginazione e costruzione dell`Italia del futuro è la strada che più di ogni altra ci potrà permettere di realizzare maggiore uguaglianza, più crescita economica, più possibilità di soddisfazione per Ie persone, più forza competitiva come Paese e, allargando la prospettiva, come Europa. Garantire a tutte e tutti educazione e istruzione di qualità significa innanzitutto superare una delle più profonde disuguaglianze esistenti, capace di condizionare l`intera vita di una persona. Significa liberare il più grande moltiplicatore di opportunità che abbiamo a disposizione e agire concretamente nel solco di quell`uguaglianza sostanziale tra ogni donna e ogni uomo sancita dall`art. 3 della Costituzione.
Significa attivare una filiera dell`uguaglianza e della conoscenza che porta alla possibilità di un lavoro di qualità, a progetti di vita soddisfacenti, a sentirsi dentro un sistema economico e sociale che punta sulle competenze, sull`innovazione, sulla ricerca, sul digitale, che stimola un contributo collettivo a una crescita sostenibile, con maggiore redistribuzione, maggiore benessere diffuso e maggiore senso di comunità. E la strada che dobbiamo percorrere, a partire da una proposta concreta, dal valore simbolico e pragmatico: allargare l`obbligo scolastico portandolo dai 3 ai 18 anni, continuando l`impegno per garantire il servizio educativo degli asili nido a sempre più bambine e bambini. E poi avendo il coraggio di rendere possibile quel salto di livello, di cui tante volte ho parlato quando ho avuto l`onore dì essere ministra dell`Istruzione, dell`Università e della Ricerca, degli investimenti sull`istruzione, la formazione, l`Afam, la ricerca: se ne parla anche in questi giorni di risorse straordinarie per la scuola, ma il punto è rendere ordinario, strutturale, un investimento ingente e prioritario. Un investimento politico, sociale, culturale, ed evidentemente finanziario. Che passa da un riconoscimento economico e sociale dei docenti in linea con il compito strategico che rivestono per il nostro futuro. Che guarda agli interventi necessari di edilizia, non solo di messa in sicurezza ma anche di innovazione strutturale, che si lega ai percorsi di innovazione didattica. Che trova un punto decisivo nel digitale, alla luce dei profondi gap di accesso che sono emersi, sia tecnologici sia culturali, che sono la prima disuguaglianza da superare. Quello dell`innovazione digitale è un percorso che per quanto riguarda la scuola è già iniziato da qualche anno. Penso al Piano Nazionale Scuola Digitale che punta a innovare tutta la scuola puntando su connettività, infrastrutture, formazione ai docenti, didattica, educazione civica digitale. Si tratta di un percorso definito, ricco già di moltissime esperienze positive, ora da allargare, rafforzare, continuare a far crescere. Un percorso simile riguarda l`università, come tutta la formazione superiore, compresa quella artistica, musicale e coreutica. E la filiera della conoscenza di cui parlavo, che si sviluppa, e che deve trovare poi una prospettiva di politiche industriali e di crescita seria e innovativa, come è stata ed è Industria 4.0, che ha proprio nella conoscenza, nelle competenze e nel digitale driver decisivi.
Voglio ricordare la proposta che stiamo presentando in Commissione di Vigilanza Rai per impegnare il servizio pubblico televisivo a realizzare, in collaborazione con il ministero dell`Istruzione, un canale sul digitale terrestre interamente dedicato a contenuti formativi, per accompagnare il rafforzamento della didattica a distanza e offrire uno strumento in più alle famiglie, nell`eventualità i che ci si trovi costretti in futuro a nuovi momenti di distanziamento fisico, ma anche come contributo strutturale a quella moltiplicazione di opportunità per le nostre ragazze e i nostri ragazzi che è l`obiettivo più ambizioso e nobile che ci diamo assumendo la scuola come priorità della nostra proposta politica e della nostra azione di governo.


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