“Il testo sullo Spettacolo dal vivo che L’Aula del Senato comincia ad esaminare è il frutto dello stralcio dalla legge sul cinema, approvata nel 2016 e del lavoro della Commissione Cultura del Senato. E’ un testo atteso da almeno 30 anni, da quando venne istituito il Fondo unico per lo spettacolo (FUS). Il ddl delega si propone di rilanciare e sviluppare il settore dello spettacolo dal vivo e in questo senso un ulteriore impegno in sede di manovra finanziaria consentirebbe un salto di qualità”. Lo ha detto in Aula la senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi, vicepresidente del Senato, relatrice al testo sullo spettacolo dal vivo.
“Gli interventi pubblici di sostegno allo spettacolo dal vivo – ha proseguito Di Giorgi – vengono semplificati e ottimizzati, con il coordinamento dell’istituendo ‘Consiglio Superiore dello Spettacolo’ presso il Mibact. Il testo si compone di 7 articoli. Il primo riconosce lo spettacolo quale fattore indispensabile per lo sviluppo della cultura ed elemento di coesione e di identità nazionale. Con il riconoscimento dell’utilità sociale e il collegamento alla nuova disciplina del Terzo settore, le associazioni, le imprese e gli altri enti dello spettacolo potranno rientrare negli incentivi e nelle agevolazioni previste. Rientrano nelle attività disciplinate dal testo: le attività teatrali, liriche, concertistiche e corali, la musica popolare contemporanea, la danza classica e contemporanea, le attività circensi e di spettacolo viaggiante, le attività a carattere interdisciplinare e multidisciplinare e, infine, anche i carnevali e le rievocazioni storici che potranno così per la prima volta accedere al FUS. L’articolo 2 conferisce le deleghe al Governo per il riordino del settore e la predisposizione del nuovo ‘Codice dello spettacolo’, anche con la definizione di criteri per la ripartizione dei fondi del FUS. E’ prevista l’attribuzione di almeno il 3% del FUS alle scuole per la promozione di programmi di educazione in questo settore e viene rafforzato il sostegno ai giovani. La dotazione del FUS viene aumentata per gli anni 2018 e 2019 di 9,5 milioni di euro, che diventeranno 22,5 milioni a decorrere dal 2020. L’Art-Bonus, cioé il credito di imposta per le erogazioni liberali a favore della cultura, oggi applicabile alle fondazioni lirico-sinfoniche e ai teatri di tradizione, viene esteso a tutti i settori dello spettacolo. L’approvazione di questo ddl – conclude Di Giorgi – rappresenta un’inversione di tendenza, per un investimento strategico e stabile nello spettacolo, che pone le basi per favorire lo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese anche attraverso le arti della scena”.


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