Con la legge sullo spettacolo dal vivo gli operatori del settore, gli artisti e i giovani emergenti avranno un punto di riferimento e di stimolo per sviluppare progettualità di qualità, innovative e diffuse sul territorio

Dopo la legge sul Cinema, questa legislatura fa registrare un altro traguardo di fondamentale importanza per la nostra cultura, mettendo ordine in un settore che coinvolge centinaia di migliaia di addetti e caratterizza l’immagine, la bellezza, e la Storia del nostro Paese. Di questo non possiamo che essere orgogliosi.
Con la nuova legge sullo Spettacolo dal Vivo abbiamo finalmente, una norma organica che riconosce il valore culturale delle arti e della loro filiera, senza distinzioni di genere. Erano trent’anni che si attendeva una legge di sistema, e io non posso che esprimere la mia soddisfazione, essendone stata relatrice al Senato, ed avendo seguito passo passo, fino all’approvazione, l’iter di questo provvedimento che ritengo di straordinaria importanza.
D’ora in avanti infatti gli operatori del settore, gli artisti e i giovani emergenti avranno un punto di riferimento e di stimolo per sviluppare progettualità di qualità, innovative e diffuse sul territorio. Nello specifico il provvedimento prevede un aumento delle risorse per lo spettacolo: +19milioni di euro per i prossimi 2 anni e +22,5milioni di euro dal 2020. La riforma incrementa sensibilmente le risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo (Fus) con fondi pari a +9.5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019 e a +22.5 milioni di euro a decorrere dal 2020. Viene esteso inoltre l’Art Bonus a tutti i settori dello spettacolo che potranno avvalersi del credito d’imposta del 65% per favorire le erogazioni liberali. La legge stabilizza il tax credit musica ed estende il sostegno statale allo spettacolo dal vivo anche alla musica popolare contemporanea, ai carnevali storici e alle rievocazioni storiche e verrà riconosciuto il valore di diverse forme di spettacolo, tra cui le pratiche artistiche amatoriali, le espressioni artistiche della canzone popolare d’autore, il teatro di figura, gli artisti di strada. La legge autorizza inoltre la spesa di 4 milioni di euro per attività culturali nei territori colpiti dal sisma del Centro Italia. Viene aggiornata poi la disciplina delle fondazioni lirico-sinfoniche, che godranno di un fondo specifico con nuovi criteri di erogazione dei contributi statali, in base alle risorse ricevute da privati, Regioni e Enti Locali e alle capacità gestionali dimostrate. Per quanto riguarda la discussa presenza degli animali nei circhi, le nuove norme prevedono il graduale superamento del loro utilizzo sia nelle attività circensi che in quelle dello spettacolo viaggiante.
Infine voglio ricordare l’istituzione del Consiglio superiore dello spettacolo, organismo consultivo del ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo che va a sostituire la Consulta per lo spettacolo, e che avrà compiti di consulenza e supporto nell’elaborazione e attuazione delle politiche di settore, e nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche.
Insomma, una provvedimento di ampio respiro, destinato a fornire agli operatori strumenti pratici ed una normativa di settore finalmente definita ed organica. Un risultato raggiunto non senza fatica, grazie ad una grande determinazione, dopo un laborioso iter di consultazioni in commissione, cui ha fatto seguito un serrato lavoro in Parlamento. Non era scontato, ma ce l’abbiamo fatta. Che spettacolo sia, dunque.


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