“Sulla tragedia Moby Prince la Commissione di inchiesta non concorda con le risultanze cui è pervenuta l’autorità giudiziaria in esito ai vari procedimenti che si sono susseguiti”. A citare le parole conclusive della relazione è il senatore dem Silvio Lai, presidente della Commissione d’inchiesta sulle cause del traghetto Moby Prince che, oggi, in una iniziativa pubblica, preceduta da un incontro con le associazioni dei familiari delle vittime, ha presentato, in Senato la relazione finale dell’inchiesta.

Due anni di lavoro, oltre 100 sedute di Commissione, decine di migliaia di pagine di atti acquisiti, una serie di missioni lontano da Palazzo Madama e le consulenti di tecnici ed esperti, militari e civili, per rimettere in chiaro un puzzle su una vicenda dai lati oscuri e contraddittori.

“Siamo arrivati – spiega Lai – a conclusioni unanimi. Lo abbiamo fatto senza lasciarci trascinare dalle suggestioni. Sulle concretezze appurabili abbiamo ricostruito i fatti e le dinamiche dell’incidente. Le prime evidenze alle quali siamo approdati sono totalmente diverse da come, allora, furono appurate. Non c’era la nebbia e le vittime non morirono tutte entro 30 minuti. Due certezze che in sede giudiziaria furono i pilastri delle sentenze di assoluzione”.

“Al tempo stesso riteniamo di poter affermare – prosegue il senatore Pd – che sia intervenuta un disturbo della navigazione per il Moby Prince unitamente alla posizione di divieto di ancoraggio per l’Agip Abruzzo. Il coordinamento delle operazioni di soccorso è risultato inadeguato ed è avvenuto con colpevole ritardo così come il comando della petroliera non pose in essere condotte pienamente doverose rispetto all’altra nave. Sono state inoltre trovate palesi incongruenze sulle attività dell’Agip Abruzzo e sul tragitto compiuto prima di arrivare a Livorno”.

“La Commissione – dichiara ancora Lai – ritiene altresì che l’attività di indagine della Procura di Livorno, sottesa al processo di primo grado, sia stata carente e condizionata da diversi fattori esterni. In particolare appare aver avuto un indubbio effetto condizionante il fatto che le indagini siano state svolte utilizzando memorie provenienti da chi aveva gestito soccorsi od anche limitandosi a riscontrare perizie medico legali legate esclusivamente alla riconoscibilità dei corpi. Cosi come colpisce l’accordo assicurativo dopo soli due mesi dall’evento tra gli armatori delle due navi”.

“Consegneremo – conclude Lai – alla Procura della Repubblica gli atti e la relazione finale cosi come trasparentemente ogni documento dell’inchiesta sulla Moby Prince, anche secretato, sarà disponibile a tutti. Il lavoro della Commissione sulla Moby Prince ha gettato le basi per dissolvere la nebbia attorno alla tragedia”.


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