Senatore Magorno, ci sono voluti 89 giorni. Ma ora l’Italia ha il governo. Qual è il suo giudizio?

Mi faccia fare una premessa. Per un caso fortuito l’Istat, 24 ore prima che nascesse il governo, ha diffuso i dati sulla salute dell’Italia. L’Istat, che non fa valutazioni ma elabora scientificamente dati, testimonia che l’Italia è fuori dalla crisi. Il paese ha migliorato la condizione esistente in Italia prima del 2008 quando fece irruzione una crisi economica, e non solo, lunga e lacerante che non ha precedenti a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. E’ questo paese che il Pd e le forze riformiste stanno consegnando a chi viene dopo di noi. Mai c’erano stati tanti posti di lavoro e tante esportazioni (esportiamo più della Francia). Restiamo la settima economia del mondo e la seconda potenza esportatrice d’Europa. Mai la ripresa aveva avuto un ritmo crescente e così deciso, dice l’Istat. Ovviamente, so benissimo che permangono problemi giganteschi, a partire dal Mezzogiorno, dove pure qualcosa comincia a muoversi. Il lavoro è ancora troppo precario. Certo, meglio rispetto al niente lavoro di: ma bisogna stabilizzarlo. E ci sono fasce, giovani donne e, ripeto, l’intero Mezzogiorno, dove il lavoro è tanto poco e questo è insopportabile e vergognoso. Aggiungo che, nei nostri anni, abbiamo gestito in modo, me lo lasci dire, mite. Abbiamo affrontato i problemi dell’immigrazione con grande rispetto per le persone riducendo però drasticamente il flusso. L’Italia è un paese sicuro. Dati consolidati testimoniano un paese sempre meno malato. La paura e il rancore a cui s’ispira il “contratto” potrebbero fare molto male al paese. Arrivo al governo: io spero che il paese continui ad andare così. Anzi faccio il tifo perché continui ad andare così e anche meglio.

Ma lo dice col tono di uno che non crede sia possibile…

Esatto. Vede, il paese è come lo descrive l’Istat perché ci sono stati impegno, decisione, sensibilità e progetti messi in campo dai governi Letta, Renzi e Gentiloni, tutti a trazione Pd ed altre forze sicuramente democratiche.

E invece?

Invece, se si guarda a com’è nato il nuovo governo, alla sua qualità e ai suoi progetti, cadono le braccia a chiunque…

5Stelle e Lega sostengono sia il governo del cambiamento e che la musica cambierà grazie al “contratto” che hanno concordato. Bisognerà concedergli tempo per vederli in azione. Le pare?

Il “contratto” è la prima cosa che non va. E’ uno zibaldone con un lungo elenco di cose spesso in contrasto e comunque incompatibili. Mi creda: hanno scritto gli argomenti da agitare nella prossima campagna elettorale (non bisognerà aspettare moltissimo tempo) per poi dire che quelle cose non gliele hanno fatte fare. Salvini darà la colpa a Di Maio e Di Maio a Salvini. Non vede? Hanno perfino dovuto scegliere un professore, peraltro modesto, perché come i ladri di Pisa non si fidano uno dell’altro. E dopo averci riempiti di chiacchiere sui politici e i governanti non eletti…

La sua è una supposizione. Da avversario politico.

Non è una supposizione. Chiunque lo abbia letto, ha verificato che nel “contratto” non solo mancano le coperture finanziarie per quel che si vorrebbe fare ma, ed è perfino ancora più grave, non è prevista alcuna priorità. Non c’è un progetto. Viene prima la flat tax o il reddito di cittadinanza? Mi creda: lì hanno segnato gli argomenti per conquistare voti alla prossima campagna elettorale. Lo sanno anche loro che quel che propongono non è possibile. E’ un grande pasticcio. Ma neanche questo è il punto fondamentale per cui sono convinto che il paese rischia di venire ficcato in una trappola.

E quale sarebbe?

Dietro tutta l’operazione che ha portato al governo, nonostante l’impegno eroico del presidente Mattarella che ha tentato di garantire il più possibile gli interessi del paese ma si è dovuto fermare perché i miracoli non li può fare nessuno, in questi tre mesi abbiamo assistito soltanto ad una lotta tra due forze diverse, che si erano tra l’altro ferocemente contrapposte e insultate durante la campagna elettorale, ognuna delle quali si è preoccupata di accumulare le armi per una futura resa dei conti che avrà in palio la conquista e il possesso del paese.

Mi faccia capire meglio?

Noi abbiamo un governo assolutamente legittimo perché ha la maggioranza in Parlamento. Ma si tratta pur sempre di un governo di minoranza e quindi…

…Ma la maggioranza ce l’hanno…

L’ho già detto io, direttore. Hanno la maggioranza in Parlamento. E questo li autorizza a governare. Ma, siccome nessuno ha vinto le elezioni dato che i cittadini si sono spezzati in tre blocchi, loro sono soltanto i due migliori perdenti. L’ha ricordato giovedì sera, in televisione, anche il professor Cassese che è forse il più autorevole costituzionalista italiano: nessuno ha avuto un esplicito e trasparente mandato a governare da parte della maggioranza dei cittadini. Nessuno ha avuto la metà più uno dei voti dei cittadini che hanno votato. Altro che governo del popolo. Sono due aggregazioni di gruppi di potere.

E quindi?

Quindi tenteranno di giocarsi tra loro la partita. Senza alcun progetto, né una visione del paese e del futuro si faranno una guerra sul vuoto col rischio di diventare molto pericolosi per il paese. Ma qui, io credo, si sbagliano. I blocchi sono tre non due, anche se quello di sinistra è, al momento, il minore. Noi non li faremo giocare in due. Saremo un giocatore fondamentale ed entreremo in campo.

A quanto si capisce osservando le mosse del Pd non solo la sinistra è il blocco minore, ma sembra marciare verso la scomparsa.

E qui c’è un altro errore. Le elezioni hanno modificato il quadro politico precedente spingendo al centro i problemi dell’Europa e quello della collocazione e del ruolo dell’Italia in Europa. Il governo credo che alla fine l’abbiano fatto per non dover affrontare i temi Europa ed euro di fronte a tutti gli italiani.

Il Pd sposterà l’attenzione dai problemi del paese a quelli dell’Europa?

Nessuno spostamento. Affronteremo i problemi del paese e della sua crescita, a partire dal Mezzogiorno, collocandoli nel quadro europeo e promuovendo un’accelerazione verso l’unità politica in Europa. Siamo convinti che i problemi dell’Italia, quelli di un suo rinnovamento radicale, potranno trovare spazio e soluzione solo in questo quadro. In questo scontro, io credo, ritroveremo forze potenti, democratiche e popolari, insieme e accanto a noi recuperando le tradizioni democratiche, progressiste e riformatrici che hanno consentito all’Italia di essere un grande paese.

Grazie, senatore Magorno…

Un momento: mi aveva chiesto un’intervista sul governo assicurandomi che avremmo parlato anche della Calabria e del Pd.

E’ vero. E m’impegno a incontrarla per un’altra discussione.


Ne Parlano