Oliverio non è il candidato giusto per riconquistare la Regione Calabria e la segreteria di Zingaretti sa tanto di restaurazione. A scriverlo è stato il senatore Ernesto Magorno, già, segretario regionale del Pd che adesso si è messo in moto per creare una lista “Un`altra strada per la Calabria”
Senatore, che sta combinando?
«In questo momento sono in aula in Senato».
No, dico con questa sua nuova iniziativa politica…
«Faccio politica, appunto. Non mi pare uno scandalo a meno che non sia divenuto reato esprimere la propria opinione. Le ricordo che nell`ultima competizione elettorale per le regionali c`era una lista denominata Dp che anche io nel mio piccolo ho contribuito a costruire. Allora nessuno gridò allo scandalo. Ora cosa è cambiato?».
Quindi nessuna scissione dal Pd?
«Nessuna. Stiamo creando una lista che si rifà, ad un`area nazionale che sta pienamente nel Pd».
Nel Pd ma in polemica con Zingaretti…
«E per questo mi volete togliere dal partito? Non esiste il diritto di critica?»
Io non tolgo nessuno da nessun posto, ma mi spieghi perché ce l`ha con Zingaretti che quasi tutti vedono come un novello Messia..
«Perchè ha messo in campo la restaurazione. Io penso che il futuro del partito sia nella costruzione di un contenitore nuovo che non solo abbia al suo interno la storia dei grandi partiti popolari e democratici italiani, ma che sia aperto anche alla società civile, al mondo dell`associazionismo. Anche il contributo dei moderati sarebbe fondamentale da mettere in campo. Registro invece che Zingaretti non ha avuto rispetto delle minoranze e vedo in corso una trasformazione da Pd a Pds, un ritorno a un passato che non ha portato buoni frutti».
Torniamo in Calabria. Guglielmelli la invita a lasciare il partito, cosa risponde?
«Che non ne vedo i motivi, a meno che non si voglia sopprimere il dissenso. In questo caso se hanno la forza di mandarci via dal partito lo facessero pure. Noi di certo non abbiamo nessuna intenzione di andarcene. Il Pd è la nostra casa»
Lei in un messaggio inviato via chat ha ribadito che non sosterrà la rieandidatura di Mario Oliverio. Perchè?
«Non è un segreto che la ricandidatura di Oliverio per me non è quella giusta per una rinascita del partito. Naturalmente non mi riferisco all `inchiesta giudiziaria che lo vedo coinvolto e dalla quale sono sicuro che risulterà completamente estraneo, Il mio non è nemmeno un discorso nominalistico, ma politico. Ritengo che in questa esperienza regionale non ci sia stato il raggiungimento di una serie di obiettivi a partire dal coinvolgimento dei consiglieri regionali e nell`elaborazione politica del partito. Così come io ho commesso l`errore di non coinvolgere la base durante la mia segreteria, Oliverio ritengo abbia commesso l`errore di non coinvolgere quasi nessuno nella sua azione amministrativa e i risultati finali non mi paiono soddisfacenti».
Ma lei è stato a lungo segretario regionale, solo ora si accorge di questi limiti politici di Oliverio?
«No, ma il ruolo mi imponeva una linea. Da segretario regionale non potevo mica sconfessare l`attività del nostro presidente di Regione. Adesso che sono tornato un semplice iscritto che ha la fortuna di rappresentare il territorio in Senato sono più libero di esprimere ciò che penso».
E lei pensa che Oliverio non è il caso. Quindi?
«Quindi serve costruire delle grandi alleanze che vadano oltre Pd come avvenuto in Sardegna, Abbruzzo e Basilicata».
Scusi, ma lo sa che in Sardegna e Abbruzzo avete perso?
«Si, ma almeno siamo stati competitivi, siamo arrivati secondi. Ho il timore che se non avviene questa operazione di allargamento in Calabria fra un anno arriveremo terzi».


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