Senatore Andrea Marcucci, il ministro dell`Istruzione Lorenzo Fioramonti si è dimesso: il governo parrebbe iniziare a perdere pezzi, lei invece è sempre convinto che si andrà avanti sino alla fine della legislatura?
«Credo che tutta la maggioranza, a partire dal 7 gennaio, debba prendere il solenne impegno di aumentare i fondi per istruzione e ricerca, a prescindere da chi sarà il ministro in carica. E un tema che mi sta particolarmente a cuore, me ne occuperò dal primo giorno utile».
L`ultimo scontro nella maggioranza è stato sulle concessioni ad Autostrade. È saltato persino il previsto vertice notturno del 23 perché Italia viva ha deciso di non partecipare. Crede, come ritengono alcuni nel suo partito, che sotto sotto Matteo Renzi cerchi l`incidente perché vuole andare alle elezioni anticipate?
«Primo: la maggioranza non ha preso alcuna decisione su Aspi. Una eventuale revoca dovrà essere attentamente valutata, discussa e approfondita. Secondo: credo alle parole di Matteo Renzi, sono certo che il leader di Italia viva non voglia andare ad elezioni anticipate».
Senatore Marcucci, la verifica di gennaio preannunciata da Giuseppe Conte e voluta dal Pd è ancora un oggetto misterioso: secondo lei può servire veramente a garantire che non ci siano altri scontri nella maggioranza in futuro e che Luigi Di Maio e Matteo Renzi non si sfilino comunque su alcuni provvedimenti come hanno fatto finora?
«I temi da discutere sono tanti, a partire da quelli della giustizia. Oggi il Pd presenterà il suo ddl sulla prescrizione, il tema della durata ragionevole dei processi non è certo esaurito dalla legge Bonafede. Discutere in una coalizione fa bene, bisogna continuare a farlo, senza dare l`idea ogni volta che siamo di fronte all`ultimo strappo».
Nel frattempo il Movimento 5 Stelle è in perenne fibrillazione, si parla addirittura di una possibile scissione, non teme che il travaglio in corso nel M55 possa influire negativamente sulle sorti di questo governo fino al punto di provocarne la caduta?
«Non ho informazioni sulle dinamiche interne al M5S, che devo ammettere, mi sfuggono completamente, non le capisco. Vedo però che per fortuna in tutti i passaggi parlamentari la maggioranza ha numeri a sufficienza. Ripeto, provocare elezioni anticipate in questo momento così delicato per l`Italia sarebbe una follia». Senatore Marcucci, anche per lei, come per il segretario del Pd Nicola Zingaretti, Giuseppe Conte è un punto di riferimento per tutti i progressisti italiani?
«Conte è il presidente del Consiglio che il Pd sostiene con lealtà e responsabilità, punto. Peraltro il mio fortissimo punto di riferimento resta il mitico Gigi Riva, il cui sinistro è passato alla storia».
A proposito di Nicola Zingaretti, il segretario del Partito democratico ha annunciato un congresso straordinario: a che cosa dovrebbe servire secondo lei?
«Io mi aspetto un congresso normale per quando sarà, forse dopo le Regionali in autunno. Idee, proposte, candidati. I congressi del Pd sono da sempre una cosa seria».
Senatore, lei fa parte della componente pd di Base riformista. Come mai non è poi stata istituita la segreteria collegiale aperta anche alla minoranza interna di cui tanto si è parlato? Zingaretti l`aveva preannunciata ma poi non se ne è fatto più niente. Colpa vostra o della maggioranza? Qual è il vero motivo?
«Me lo chiedo anch`io. Ma il tema attiene soltanto alla sfera decisionale del segretario. Deciderà lui se, come e quando. Mi limito ad osservare che il Pd, senza un`area riformista ben valorizzata, smette di essere il Pd e diventa qualcosa di diverso».


Ne Parlano