Andrea Marcucci, alla fine la conta non c`è stata. Le oltre cento firme sul vostro documento hanno spaventato chi criticava Renzi?
«In un partito che si chiama democratico – e che, caso unico in Italia, discute alla luce del sole – si prova comunque sempre ad essere uniti. Penso che il risultato ottenuto dalla direzione sia apprezzabile, perché ribadisce una linea molto sentita anche tra la base del Pd: non ci sono possibilità di sostenere un governo Di Maio o un governo Salvini».
Adesso si va all`assemblea: Martina resta anche dopo o serve u n nuovo segretario?
«Questo lo decideranno i componenti dell`assemblea nazionale, il popolo del Pd. La scelta sarà tra l`elezione di un segretario o l`indizione del congresso.
Ascolteremo le proposte dei candidati e decideremo laicamente. Mi dica quale altro partito in Italia decide in modo così democratico l`elezione del proprio
leader».
Minoranze e Franceschini insistono: una barca non va con due timoni. L`accusa a Renzi è di non mollare il comando…
«Renzi è un ex presidente di Consiglio ed un ex segretario. È un autorevole senatore, che gode di un seguito molto diffuso. Non si tratta di mollare o meno
il comando ma di avere o non avere idee utili al Paese e ai democratici. E in quanto a idee utili al Paese penso che Matteo Renzi ne abbia ancora tante».
Vi accusano anche di avere reso più probabili nuove elezioni…
«Un`accusa assurda. Le ricordo che il Pd, anche volendo, non potrebbe: le elezioni le abbiamo perse. Dopo 50 giorni di inutili balletti credo che questa responsabilità vada attribuita in toto a Di Maio e a Salvini. In modo particolare, l`insistenza dei 5 Stelle a presentarsi con il solo candidato Di Maio non ha certo aiutato la soluzione della crisi. Di Maio non ha vinto il 4 marzo».
Cosa direte a Mattarella se proporrà di sostenere un governo del Presidente?
«Che siamo indisponibili a un governo del M5S o della destra, e disponibili a valutare ogni indicazione che verrà dal Capo dello Stato. Credo che ricorrere a elezioni nel breve periodo, come pretenderebbe Di Maio, senza cambiare la legge elettorale, non servirebbe a nulla».
Ma questo partito riesce ancora a stare insieme o è meglio, come dice Bettini, che Renzi faccia come Macron?
«Non mi sono piaciute le valutazioni di Bettini. Io credo in un Pd dove convivono sia Renzi che Bettini. Le intimidazioni e le scomuniche non mi piacciono, a prescindere da chi le pronunci».


Ne Parlano