Senatore Andrea Marcucci, dunque a gennaio si andrà alla verifica. Voi l`avete sollecitata con Goffredo Bettini e il premier Giuseppe Conte è d`accordo.
«Ora abbiamo un passaggio delicato interno alla maggioranza che è quello della legge di Bilancio. Grazie al concorso di tutta la maggioranza, e ovviamente mi riferisco anche a Iv e al M5S è una buona legge. Una volta messi in sicurezza i conti dello Stato bisogna trovare uno spazio di confronto per rilanciare un programma che arrivi alla fine della legislatura. Per arrivare al 2023 dobbiamo rilanciare il governo, lavorare con più coesione e meno strappi».
Quali sono i primi punti all`ordine del giorno di questa verifica secondo lei?
«Nell`interesse del Paese occorre mettere a punto una serie di provvedimenti che rispondano all`esigenza di dare una spinta agli investimenti pubblici e privati. Bisogna anche velocizzarli. E la Cassa de- positi e prestiti deve velocizzare i finanziamenti agli enti locali. Ma per rimettere in moto l` economia è necessario avere una maggioranza solida e un governo determinato, con un cronoprogramma preciso. Nasce di qui l`esigenza di questo momento di confronto».
Non nasce forse anche dall`esigenza di evitare che Luigi Di Maio e Matteo Renzi si sfilino ogni volta che vogliono, come è successo in questi giorni?
«Certo è anche un modo per richiamare ognuno alla propria responsabilità. Se c`è un tavolo dove ogni forza politica mette le proprie proposte, una volta che l`accordo è raggiunto, siamo tutti tenuti a mantenerlo. Bisogna lavorare seguendo lo schema adottato sulla legge di bilancio, che, lo ripeto, ha prodotto un buon risultato».
Il termine verifica ricorda tanto la Prima Repubblica.
«Chiamiamola come si vuole, l`importante è non riprodurre i vecchi meccanismi della Prima e della Seconda Repubblica. Dobbiamo sapere esattamente qual è la rotta». Senatore Marcucci su Di Maio e Renzi, che spesso e volentieri prendono le distanze dai provvedimenti del governo, sta facendo un po` il vago… «Non accuso Di Maio e Renzi: siamo cascati tutti nell`errore, per fare notizia sui giornali, di fare battute e aprire fronti che non hanno una vera valenza programmatica e in compenso creano fibrillazioni nella maggioranza e nel governo. È profondamente sbagliato. Dobbiamo smetterla tutti. E il tempo di confrontarci, anche con una dialettica forte, ma poi trovare un`intesa e lavorare tutti insieme per l`interesse del Paese».
Ma la cosidetta verifica non potrebbe produrre ulteriori fibrillazioni?
«Sinceramente io credo che il passaggio più delicato sia questo che stiamo affrontando adesso per chiudere la legge di bilancio. Ci siamo ritrovati a dover reperire 24 miliardi per le clausole di salva- guardia volute da Matteo Salvini. E ciò nonostante siamo riusciti a inserire nella manovra il taglio del cuneo fiscale e alcune normative legate alla sostenibilità ambientale e a dare fiato agli investimenti pubblici. Poi lo sappiamo tutti che questo è un governo di coalizione composto da forze politiche anche molto distanti. Tant`è vero che nessuno nasconde che ci siano dei problemi su alcuni temi, come, per esempio, quello della prescrizione. Ma sono convinto che saremo capaci coordinarci per rilanciare questo governo e affrontare i grandi temi che abbiamo di fronte: economia, sviluppo, crescita, lavoro educazione e ambiente».
In compenso potreste spaccarvi sulla legge elettorale. Il Pd pare voglia il sistema spagnolo per mettere in difficoltà Renzi e Di Maio.
«Sulla legge elettorale non ci si deve spaccare. Si deve portare avanti una proposta della maggioranza, che vada bene a tutti, con la massima apertura al dialogo nei confronti delle opposizioni».


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