Senatore Marcucci, ritiene che sul voto per il Mes l’11 dicembre vi sia il rischio di una crisi di governo?
«Inutile ignorare i rischi, io però scommetto sul buon senso. La vicenda Mes è nata con il precedente governo, Di Maio, come Salvini, erano puntualmente informati di tutto. Come mai solo ora queste polemiche? Del leader della Lega, mi è chiaro il disegno. Punta a minare alle fondamenta la credibilità internazionale dell`Italia, ad appiccare di nuovo il fuoco dello spread. Dice “no Mes” ma in realtà vorrebbe dire “no Euro”. Sono convinto invece che Di Maio, avute le necessarie spiegazioni dal premier sull`iter del provvedimento, si ravveda. Se non lo facesse, sarebbe chiamato a trarne le conseguenze sulla vita del governo».
Sul serio pensa che i grillini possano presentare una loro risoluzione di segno diverso da quella del Pd a sostegno del governo?
«Non si può far finta che non esista a oggi questo pericolo. Le ripeto, spero che il buon senso alla fine prevalga. Peraltro ricordo a Di Maio che ad agosto, in piena trattativa, fu lui a scegliere in modo irrevocabile Conte come presidente del consiglio. Oggi mi sembra difficile che possa aprire una crisi sostanzialmente proprio sul nome del premier».
E in caso di rottura della maggioranza su un tema così delicato sarebbe automatico per Conte salire al Colle e rassegnare il mandato?
«Sarebbe una follia, una somma di atteggiamenti sconsiderati, anche per il periodo, in piena lettura parlamentare della legge di bilancio. Faremo di tutto per impedirlo. Pensiamo al bene dell`Italia».
L`affondo di Conte era diretto, oltre che a Salvini, anche a Di Maio, che faceva parte dello stesso esecutivo. Il premier dovrebbe invece impegnarsi di più per una mediazione?
«Conte ha ribadito che la riforma non è stata firmata e che il Parlamento avrà l`ultima parola. Che poteva dire di più? Anche il Pd vuole chiarire alcune parti del Mes, dovremmo farlo tutti pensando solo all`interesse nazionale».
Può il Pd continuare a ingoiare fiele per reggere da solo le sorti di questo governo?
«Il M5S non è alla guida di un monocolore, questo è un governo di coalizione, dove le posizioni di tutta la maggioranza devono essere tenute in considerazione. Non mi piace l`atteggiamento che Di Maio e Bonafede hanno sulla prescrizione. Il tema della durata del processo non può essere deriso o ignorato. Il Pd non può giocare solo da mediano, ci sono le condizioni perché riesca ad esercitare una leadership nella maggioranza, quindi non solo a subire l`agenda, ma talvolta anche a dettarla».


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