“Il gruppo del Pd ha votato il disegno di legge che introduce il reato di tortura per diverse ragioni: è un atto atteso da 30 anni, che copre un vuoto normativo; è un testo equilibrato, meditato, che raccoglie i contributi di tutte le posizioni; è un disegno di legge che può restituire all’Italia una posizione più consona al ruolo internazionale che il nostro Paese ricopre”. Lo dice il senatore Claudio Martini, vicepresidente vicario del gruppo del Pd, che ha parlato in Aula in dichiarazione di voto.
“Il disegno di legge che oggi abbiamo approvato e che torna alla Camera – prosegue Martini – copre un vuoto notevole segnalato da molto tempo nelle sedi internazionali, adeguando la nostra normativa nel segno del rispetto dei diritti personali e della civiltà. A dispetto delle aspre critiche che enfatizzano i difetti del ddl, si arriva in fondo approvando un testo, e già questo è un fatto importante. Viene infatti introdotto nell’ordinamento in modo chiaro il reato di tortura, non ascrivibile alle forze dell’ordine, mentre si prevedono aggravanti per chi esercita una funzione pubblica. Infine, con questo ddl ci sottraiamo finalmente ai richiami e alle censure istituzionali, ma anche sociali e culturali. Tanto più che l’Italia – conclude Martini – ha un ruolo importante anche nella promozione dei diritti umani in altri paesi”.


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