“Troviamo sinceramente inaccettabile la discussione sulle date del nostro congresso. E leggere alcune motivazioni tecniche che giustificherebbero  l’accelerazione dei tempi fa sinceramente sorridere. Chi ha la responsabilità di guidare e governare un partito non può non sapere quali sono gli adempimenti che riguardano la gestione del simbolo in occasione delle campagne elettorali e di fronte ad una questione di natura politica non possiamo ascoltare risposte che suonano molto burocratiche. Temiamo però che dietro queste risposte ci sia la volontà di non ascoltare la richiesta che viene da gran parte del partito che è quella di poter svolgere il congresso del Pd in tempi e modi adeguati alla profonda discussione che dobbiamo fare. Avevamo chiesto una conferenza programmatica che ci è stata negata, e ora ci si vuole costringere a tempi sincopati che impedirebbero qualsiasi confronto vero sulle idee e i programmi e consentirebbero solo una ‘conta’ muscolare che ci ha già dimostrato non essere un buon modo per discutere di noi. Con i tempi stretti ipotizzati non ci sarebbe nemmeno il tempo, per tutti i candidati alla segreteria, di cominciare una vera campagna congressuale. Ci auguriamo che oggi in Direzione la politica prevalga sulla burocrazia e la furbizia”. Lo affermano in una nota i parlamentari del Pd Salvatore Tomaselli, Rosaria Capacchione, Valeria Cardinali, Elisa Simoni, Cristina Bargero, Federico Massa.


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