“La riflessione cui ci invita il titolo dell’iniziativa di oggi e la mia lunga esperienza istituzionale in Europa mi inducono ad alcune considerazioni che sintetizzo in una domanda: il pacchetto di proposte presentato dalla Commissione europea il 2 maggio del 2018 e la discussione che ne è seguita ed è in pieno corso sul QFP disegnano un bilancio all’altezza delle sfide che l’Unione ha dinanzi a sé?” Così il senatore Gianni Pittella, intervenendo al convegno in corso alla sede della Camera di Commercio di Roma sui negoziati per il nuovo bilancio europeo per il periodo 2021-2027 (Quadro Finanziario Pluriennale, Qfp).
“La risposta è tutta in una contraddizione di fase. Nel momento in cui nuove sfide di economia verde e di sostenibilità sociale, di difesa e di sicurezza richiedono nuovi capitoli di impegno, in termini di risorse economiche, di innovazione negli strumenti, di visione strategica, da una parte con la Brexit l’Unione perde risorse per circa 12mld di euro all’anno, dall’altra diversi Paesi a guida euroscettica insistono per limitare il bilancio europeo a meno dell’1% del Reddito Nazionale Lordo della UE a 27, anche mediante tagli alle politiche tradizionali come PAC e coesione. Qui è innanzitutto la partita politica. Reagire ai crescenti populismi di stampo sovranista che ingenuamente dal punto di vista geo strategico ma efficacemente dal punto di vista del consenso interno propongono il ritorno a ricette nazionali e di chiusura, è essenziale, vitale in questo snodo del processo di integrazione del continente e solo uno scatto di reni, un rilancio di progetto potrà consentirci di ridare corpo al sogno europeo”
“La vera sfida progressista consiste nel rafforzare i finanziamenti per le infrastrutture materiali, anzitutto di trasporto, e delle reti immateriali di conoscenza, sostenere le PMI, raddoppiare le risorse per contrastare la disoccupazione giovanile e il gender pay gap, far diventare il pilastro sociale effettivo attraverso misure di contrasto alla povertà, di accesso universale all’assistenza sanitaria e all’istruzione e di aumento degli standard di tutela del lavoro, costruire azioni forti di contrasto al traffico di esseri umani e invece di integrazione europea dei migranti e dei richiedenti asilo. E dare concreta attuazione al new green deal che la Presidente Van der Layen ha rappresentato nel suo discorso di insediamento come la svolta per avere nell’Europa ‘il primo continente neutrale dal punto di vista climatico dal 2050’, definendo sul terreno degli stati nazionali un nuovo patto che preveda lo scorporo degli investimenti ambientali dal calcolo del deficit dei singoli Paesi.
“I negoziati sul Quadro Finanziario Pluriennale diranno quale Europa si costruisce nel sestennio a venire, se un’Europa più giusta, più prospera, più sostenibile e più unita o se invece le spinte centripete costringeranno ad una miopia pericolosa per la tenuta unitaria. Noi, dal Senato, proveremo a fare l’unica cosa che alla fine rende un processo davvero democratico. Ascoltare le comunità sulle cui vite, sui cui interessi, il bilancio europeo insiste e impatta di più e proveremo a interpretarne le domande e le proposte in chiave collettiva, fornendo al governo un punto di vista dal basso, dal cuore dell’Italia che lavora, che produce ricchezza e valore per i nostri cittadini”.


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