«Roma non si può permettere di precipitare in un buco nero». Il monito è di Raffaele Ranucci, senatore del Pd, romano de Roma, che ha gestito in passato Trambus, il restauro del Palazzo delle Esposizioni, oltre la Casa del Cinema e quella del jazz. «La cultura per la Capitale è di importanza cruciale, è uno degli snodi per la crescita e l`affermazione anche all`estero», dice.
Senatore Ranucci, una strana campagna elettorale, quella nella Capitale, non trova?
«In effetti. Meno manifesti, meno iniziative, ma anche alcuni pericoli. Il principale lo dico subito: Roma non può permettersi di precipitare in un buco nero frutto di voto di protesta senza costrutto, non si può buttar via il voto solo per far dispetto a qualcuno, il voto va dato a chi si mostra in grado di saper gestire e governare una grande città che è anche la Capitale».
Non buttare via il voto, in che senso?
«Non va buttato via né a sinistra del Pd, né va sprecato quello dei moderati. Roma non si governa con gli slogan o facendo le pulci a chi si assume l`onere del governo. Quando sento dire che, come ha detto la candidata cinquestelle, che a Roma non si devono fare le Olimpiadi perché se no si ruba, cascano le braccia, bisogna invece avere il coraggio e la capacità di decidere e di gestire, ovviamente nel rispetto delle regole e della legalità».
La Capitale esce da un tunnel condito di arresti, mafia capitale, illegalità cui il Pd non si è dimostrato estraneo.
«Capisco, che il Pd ha deluso una buona parte dei suoi elettori, ma ha impara» la lezione ed è cambiato moltò dopo questa vicenda, e anche le liste collegate sono ottime. Giachetti ha varato un`ottima proposta di giunta, non si è presentato contro qualcuno, ma per Roma e i romani, al contrario della candidata del M5S che ha come principale, se non unico obiettivo quello di andare addosso al Pd é al suo governo».
E dei programmi, che dice?
«C`è stato un grosso lavoro già cominciato con le primarie, dove sono state ascoltate tutte le categorie.
La madre di tutte le riforme cittadine è il decentramento amministrativo: una città come Roma non può essere guidata solo dal Campidoglio, le risorse in parte devono restare ai Municipi e in parte, ovviamente, al centro amministrativo, al Campidoglio, per impostare, ad esempio, un grande piano di rigenerazione urbana».
Rigenerazione urbana in che direzione?
«Faccio un esempio: tra piazza Venezia e via del Corso ci sono una serie di immobili di proprietà di grandi banche che non li usano più, essendosi trasferite. Bene, si potrebbe fare un patto con queste banche per un cambio di destinazione, in tempi rapidi e costi certi, per attrarre i più grandi marchi di hotel internazionali, e fare di via del Corso una grande via del turismo romano».
E sul problema del malaffare?
«E` l`altra grande priorità. Bisogna riportare le regole al centro della città, con una battaglia seria alle organizzazioni criminali che hanno anche dato un brutto colpo all`immagine della Capitale, portando la malavita nelle stesse attività normali come bar ed esercizi, con conseguente decadimento della stessa offerta. Occorre un patto forte con polizia, carabinieri, Gdf, prefetto, e un controllo attento sulle licenze: quando se ne rilascia una, bisogna sapere per bene chi c`è dietro».


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