Matteo Renzi dice no a un partito suo – «non mi metto a rifare la Margherita» – ma dà lezioni di leadership a Nicola Zingaretti. L`ex segretario Pd, intervistato da Stefano Cappellini sul palco della Repubblica delle Idee davanti a un Salone del Podestà pieno e tifoso, oscilla tra fair play e stoccate. Da quella sferzante sulla sinistra – «A forza di dire che il Pd faceva schifo hanno regalato il Paese alla peggiore delle destre» – alla risposta a Zingaretti, che sempre da Rep Idee aveva proclamato la fine del «regno dell`egocrazia»: «Nicola eserciti la leadership come crede, ma nel mondo di oggi non esiste comunità senza leadership».
Renzi, Cgil e Confindustria hanno dato giudizi molto duri sul governo. Landini ha parlato di sciopero generale. Il Pd cosa pensa?
«Dico cosa penso io: “Buongiorno a sindacati e confindustria”. Alla buon`ora, con me i sindacati scioperavano anche per il colore dei calzini… Il M5S ha fatto il reddito di cittadinanza, che è diseducativo. E la Lega ha fatto quota 100, e non si sa quanti andati in pensione e quanti sono stati assunti. Le misure economiche di Di Maio e Salvini hanno bloccato il Paese e stanno portando l`Italia a una stagnazione pericolosa. Sono incapaci e cialtroni».
Dopo tante liti, passate le Europee sembra iniziata una nuova fase nel governo. Durerà o si vota?
«Diciamo che la terza elementare ha un livello superiore alla terza Repubblica… Penso che a un certo punto Di Maio e Salvini dovranno dire agli italiani che hanno raccontato loro un sacco di balle. Hanno vinto promettendo la luna e salteranno. Poi non so cosa accadrà. Io sono d`accordo con Zingaretti di tornare al voto. Non ero d`accordo con quel che diversi “notabili” volevano fare tempo fa, allenandosi con chi, come il M5S, è contro i vaccini, sta con Farage e ha votato le peggiori leggi di sempre sull`immigrazione. Dicono che i 5 Stelle sono la nuova sinistra. Se è così fate pure, ma senza di me».
C`è chi teme che i minibot siano una moneta parallela. Hanno ragione secondo lei?
«Se dobbiamo cedere alla politica dei tweet allora diciamo che è una mega idiozia. Se vogliamo ragionarci allora Mario Draghi ha già detto tutto: se è una moneta parallela è illegale, altrimenti è solo altro debito. Comunque, cari italiani, i populisti in Ue sono al 10% e Salvini a Bruxelles non conta nulla. È un fanfarone.
L`Italia non uscirà mai dall`Euro».
Veniamo al Pd. Zingaretti, a Rep Idee, ha parlato di fine del regno dell`egocrazia. Parlava di lei?
«Zingaretti ha vinto e decide lui, e questa è la prima grande differenza dalla stagione precedente. Ma io penso, come ha scritto Ilvo Diamanti suRepubblica, che un partito politico oggi abbia bisogno di una leadership. Come Zingaretti interpreterà questo ruolo è una sua scelta, ma credo che se qualcuno immaginasse oggi un modello politico privo di leadership commetterebbe un errore enorme, perché in ogni Paese, dall`America di Obama odi Trump, alla Francia, al Regno Unito, alla Germania, che dovrà rimpiazzare una leadership potente, alla Cina di Xi Jinping, c`è un leader. Senza una leadership non c`è comunità politica. Poi c`è il tema dell`ego, ma non riguarda solo il Pd. Oggi siamo tutti impegnati a farci i selle, ma qual è l`ego che fotografiamo? Persino l`amicizia ormai è ridotta a un clic».
Si è parlato spesso di un “partito di Renzi”. Si impegna a non farlo?
«Lo spazio politico per un nuovo partito c`è stata almeno due volte. Dopo la sconfitta alle primarie del 2012, e dopo la vittoria alle Europee nel 2014. Oggi io penso che le condizioni non ci siano. Molti dicono che serva una forza di centro accanto al Pd. Carlo Calenda s`è offerto di costruirla. Legittimo, ma non fa per
me. Se decidi di fare un partito non chiedi il permesso, se vuoi far la rivoluzione non metti la cintura. E io non mi metto a rifare la Margherita, ho lottato per fare il Pd e ora ci resto accanto ai nostri veri leader che sono gli amministratori».
Massimo D`Alema sostiene che il Pd debba tornare a parlare coi ceti popolari. E che Zingaretti dovrebbe farsi aiutare da Landini.
«Questa grande expertise di D`Alema nel voto popolare è una sorpresa, diciamo… hanno preso meno di Vendola. Poi se Landini dà una mano evviva, io sono anche d`accordo col tema del sindacato unico. Sul voto popolare però avevamo problemi già nel `94. Il punto è intendersi su cos`è, la sinistra: io credo che il Jobs act, che ha creato posti di lavoro, sia più di sinistra del Decreto dignità. La verità prima o poi arriva e alla fine si rimangeranno tutte le balle dette su di noi».
Il cardinale Gualtiero Bassetti su Repubblica dice cose nette sull`uso della fede di Salvini. Ma anche sul Pd, a volte troppo impegnato a rincorrere la Lega sui rimpatri.
«Il problema è che Salvini strumentalizza non il voto dei cattolici, ma la fede. E questo è un atteggiamento che, da cattolico, mi fa schifo. Sul Pd, io penso che siamo in un mondo in cui c`è bisogno di identità. Lo capisce Putin, quando libera la città di Palmira e organizza un concerto, per dimostrare di rappresentare l`identità culturale che l`Europa ha perso. Lo capisce Trump, che teorizza il “make America great again”, quando l`America non è mai stata più forte di oggi. Qual è la nostra identità? Io credo sia la cultura, sulla quale servirebbe investire. Sull`immigrazione abbiamo sbagliato? Sì. Usare un linguaggio di “terrore” sull`immigrazione, senza essere capaci di portare a casa lo Ius Soli, ha finito col regalare un assist a Salvini. Ma abbiamo anche recuperato i corpi di chi è annegato in mare, ed è una cosa di cui vado orgoglioso. Perché i Salvini passano, ma l`Italia, e i suoi valori, restano».


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