“È cambiato lo stile del premier? No. Grazie alle riforme che sono state fatte è la situazione ad essere cambiata. Soltanto due anni fa eravamo impegnati a salvare migliaia di vite umane. Ci hanno chiesto di regolare i flussi e noi lo abbiamo fatto, in loco, con i Paesi dell’Africa subsahariana e la Libia. Perciò, vista la situazione di oggi sono contento che ora in tanti in quest’aula abbiano ricordato gli allarmi di Amnesty International. Constato però quanto, due anni fa, quando salvavamo la gente, quelle stesse bocche che oggi parlano fossero assolutamente cucite”. Lo ha dichiarato il senatore del Pd Giancarlo Sangalli, a nome del suo Gruppo, intervenendo in aula sulle risoluzioni riguardanti il prossimo Consiglio europeo.

“Senza la collaborazione in loco – ha proseguito Sangalli – noi falliremmo e l’Italia sarebbe bersaglio di una pressione migratoria terrificante. Con questo Consiglio europeo s’inizierà a rivedere Dublino, si discuterà del rapporto tra Unione e Nato, soprattutto, si farà un’Europa più sociale. Potenziare Erasmus, rafforzare la cooperazione universitaria, gettare le basi per una Carta sociale e di una procura europea antiterrorismo – ha detto ancora il parlamentare dem – non sono leggerezze dell’essere, ma il segno tangibile di un’Europa che si dota di politica e modi d’intervento. E come Italia possiamo ora parlare con maggiore influenza, chiedendo anche che si riducano i fondi a chi si oppone alle disposizioni Ue sull’immigrazione. In breve – ha concluso Sangalli – al prossimo Consiglio, andrà un Paese che saprà e potrà discutere d’Europa”.


Ne Parlano