La Senatrice Daniela Sbrollini contesta “Nel merito e nel metodo le affermazioni della on. Cunial riguardo alla Xylella.
I dati concreti sono: la patologia è diffusa da un insetto che passa da un albero all’altro e provoca il disseccamento delle piante.
L’UE e il Governo hanno destinato milioni di euro per lo studio del fenomeno e per lo sradicamento degli alberi malati. Nel 2015, la Francia ha vietato l’importazione di prodotti dalla Puglia che potrebbero essere vettori del patogeno.
Quello che la Regione Puglia sta mettendo in atto non è quindi una iniziativa contro la sua terra e contro i diritti dei suoi abitanti ma a tutela della globalità di una coltivazione secolare e redditizia.
Gli interventi previsti sono dolorosissimi per i coltivatori pugliesi. Infatti, per tentare di debellare o almeno contenere la diffusione del patogeno, è stato decretato che ogni pianta nel raggio di 100 metri da quella affetta da Xylella fastidiosa, deve essere sradicata.
Gli scienziati, esperti batteriologici stanno cercando una cura. Ma finora senza risultato. Nel frattempo bisogna bloccare, anche con metodi dolorosi, l’epidemia.
Da qui a vedere intrighi sotto ogni iniziativa di emergenza è una mania di alcuni pentastellati come la Cunial.
Le Commissioni Agricoltura di Camera e Senato si sono già espresse all’unanimità. Le associazioni di categoria che difendono gli interessi dei loro associati hanno una posizione ben chiara a proposito.
La Xylella è aggressiva e pericolosa. Si diffonde velocemente e procura danni irreparabili.
Vedere in questo impegno un tentativo di portare avanti un progetto, come asserisce la Cunial “di land grabbing, (cioè l’accaparramento delle terre) e richiamare l’autodeterminazione dei popoli, la sovranità alimentare, i diritti fondamentali dell’uomo e delle prossime generazioni” mi sembra perfettamente in linea con un pensiero di base che contesto.
A fronte di una comunità scientifica che propone una soluzione per risolvere una patologia non posso non attenermi al parere della Comunità scientifica.
Non possiamo rincorrere fantasiose ipotesi che, tra l’altro, passano per “negazioni dell’evidente”.
La Cunial sostiene che così si ripartirebbe dagli agricoltori, secondo una improbabile “medicina di piazza democratica”. Come per i Vaccini ognuno sarebbe “medico di sé stesso”, così per gli ulivi “ogni coltivatore sarebbe patologo fai-da-te”.
Nei Promessi Sposi la Cunial forse avrebbe negato l’esistenza della Peste, o visto untori che con il cappello spargevano peste tra i banchi delle chiese.
In realtà la Peste c’era. Gli untori no.”.


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