“La terribile storia di una donna albanese di 28 anni che è stata prima rapita e poi segregata, picchiata e stuprata per tre giorni consecutivi dal suo ex ci chiama ancora una volta a dare delle risposte concrete, effettive e lontane dalla propaganda ad un fenomeno terribile e complesso come quello della violenza sulle donne. In questo caso la giovane donna ha avuto il coraggio, la capacità e la possibilità di reagire. Ma per le istituzioni, per lo Stato, per tutti noi, questo episodio, e ogni altro episodio di violenza di questo tipo, deve essere un monito affinché ciascuno di noi faccia sempre e di più la propria parte perché le donne vittime di violenza siano, sempre, messe in condizione di denunciare qualsiasi tipo di sopruso: è impensabile e inaccettabile infatti che ci si possa affidare, per ogni singolo caso, sempre e solo al coraggio e alla forza di ogni donna. A noi invece spetta il compito di costruire un sistema efficace nel quale le donne, una volta denunciata la violenza, si sentano protette e mai giudicate oppure condannate, esposte a rischi (come ad esempio quello della sottrazione della genitorialità)oppure, ancora, lasciate sole”:
lo dichiara in una nota la senatrice del PD Valeria Valente, Presidente della commissione sul femminicidio.


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